La Juventus è ancora seconda in classifica. La distanza dall’Inter è rimasta invariata e i bianconeri occupano le zone alte della classifica di Serie A. Il ‘Derby d’Italia’ terminato 1-1 ha lasciato tutto aperto in zona Scudetto
Indubbiamente il lavoro di Massimiliano Allegri nella ricerca di un equilibrio tattico ha portato in cascina punti pesanti, a discapito di una ‘estetica’ non sempre apprezzata dai tifosi della ‘Signora’.
‘La Juventus di Massimiliano Allegri‘ non è mai piaciuta a una buona parte dei tifosi bianconeri e degli addetti ai lavori. Al tecnico livornese, nonostante i risultati passati, non gli si è mai perdonato un atteggiamento spesso denunciato come difensivo e speculativo, ‘non moderno’, ‘non evoluto’.
Nel corso della passata stagione, tante difficoltà extra-campo ma una qualificazione Champions League – sul campo – raggiunta. Dal punto di vista dell’obiettivo, Mister Allegri non ha steccato. Quest’anno, nel corso delle settimane senza coppe, un lavoro quotidiano alla ricerca di un equilibrio che finora sta pagando in termini di punti. Forse però, ai tifosi non basta. C’è sempre qualcosa che pare mancare, c’è sempre chi vorrebbe di più dalla ‘Vecchia Signora’.
Il secondo ciclo di Allegri alla Juventus è diverso in tutto: dalla rosa, agli obiettivi,a gli avversari e alla forza sul mercato della stessa società. Quali sarebbero però i vantaggi e gli svantaggi di un cambio in panchina a fine anno?
Spesse volte si sente dire: “Allegri in Champions ti ci porta”, quasi come fosse obbligatorio. Per una società che però ha le ambizioni della Juventus, la qualificazione alla massima competizione europea, è determinante dal punto di vista innanzitutto economico. La qualificazione in UCL è quindi sicuramente un ‘pro’ per Allegri, che difficilmente bucherà l’obiettivo, comunque minimo.
Va riconosciuto al tecnico livornese anche un grande lavoro sui giovani. La rosa più corta, gli infortuni e le squalifiche dei membri della prima squadra andavano verso questa soluzione; ma aver valorizzato tanti talenti del vivaio, tra Primavera e Next Gen, è sicuramente un valore aggiunto merito dello staff del tecnico. I vari Miretti, Huijsen e Yildiz, a cui possiamo aggiungere Soulè ora in prestito e Iling Jr (un po’ ai margini) sono il risultato di un lavoro societario, che però va raccolto da chi lavora ‘coi grandi’.
Di contro, tra tifosi e media, troppo spesso si è parlato di una Juventus che ‘non gioca’. La partita contro la Fiorentina è il manifesto di un atteggiamento tattico che, forse, sta ormai un po’ stretto al ‘mondo Juve’. Un cambio in panchina potrebbe portare nuove soluzioni. Torna forte il nome di Antonio Conte: mentre Allegri è un uomo ‘di Agnelli’, il tecnico salentino potrebbe essere l’opzione giusta per la nuova dirigenza. Cambiare la guida tecnica sarebbe l’ultimo step per completare il passaggio tra le due gestioni.
Uno dei vantaggi di riportare l’allenatore ed ex capitano a Torino, sarebbe quello di poter continuare a insistere sul modulo in essere, il 3-5-2. Fu proprio Allegri, avvicendandosi con Conte, che ereditò la difesa a tre ormai quasi dieci anni fa. L’allenatore campione d’Italia con l’Inter, però, rispetto ad Allegri lavora meno coi giovani, prediligendo spesso giocatori più esperti. Un aspetto da modificare data la policy della nuova Juventus. Dal punto di vista ‘del gioco’, probabilmente si andrebbe a ricreare una empatia con una larga fetta di tifo che pare saturo dell’atteggiamento ‘allegriano’ dei bianconeri. Riportare però alla Cotninassa Conte vuol dire avere a che fare con una figura ‘meno aziendalista’ di Allegri, più propensa anche alla rottura e allo scontro. Qualità che, al contrario, hanno fatto di Allegri un profilo sempre in linea con la Juventus.
Allegri è in scadenza nel 2025 e con un mancato rinnovo può lasciare a fine stagione. Conte è una soluzione che piace, con i ‘pro’ e i ‘contro’ di una ennesima staffetta tra i due.
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