La posizione di Stefano Pioli è sempre più in dubbio: sono ore di riflessioni e l’esonero non si può escludere
Dalla rivoluzione di giugno, che aveva portato via dal Milan la bandiera più importante, Stefano Pioli ne era uscito addirittura rafforzato, con un ruolo ancora più forte.
Dopo l’esonero di Paolo Maldini, oltre a quello di Frederic Massara, il tecnico di Parma, come si evinceva dal comunicato ufficiale, ha avuto, infatti, più voce in capitolo per quanto riguarda il mercato e non solo, collaborando con Geoffrey Moncada e Giorgio Furlani. Una scelta che, però, non ha dato i suoi frutti.
Il Milan, che lo scorso anno ha raggiunto le semifinali di Champions League, è ad un passo dall’eliminazione e solo un miracolo permetterebbe di accedere agli ottavi di finale. In campionato, invece, il Diavolo è lì al terzo posto, a sei punti dall’Inter capolista.
E’ evidente, però, che tutti, dalle parti di via Aldo Rossi si aspettavano molto di più. Si era convinti che con il mercato fatto – il Milan è la squadra che ha speso maggiormente – la classifica in Serie A sarebbe stata migliore e che la qualificazione in Europa sarebbe stata raggiunta nonostante il girone complicato.
Al 29 di novembre per Pioli la situazione è davvero disastrosa. Infortuni in serie, ben 25 da inizio stagione, che hanno reso il cammino più che complicato. Ma il tecnico di Parma non può certo aggrapparsi alla sfortuna: è lui, infatti, il principale responsabile dei tantissimi guai muscolari che hanno minato il percorso del Diavolo, rendendolo impossibile.
Pioli è stato ormai abbandonato dai propri tifosi, lo si è visto anche ieri a San Siro, che ha incitato la squadra finché le cose andavano bene, poi è tornato ad essere gelido, come nelle ultime occasioni. Che qualcosa si sia rotto appare evidente, ma forse non solo con i sostenitori del Diavolo. L’avventura di Pioli al Milan, così, appare davvero al capolinea.
Dai piani alti si augurano (si auguravano) di non dover essere obbligati ad esonerarlo, per poi scegliere con calma l’allenatore in estate. Al momento non arrivano indiscrezioni che lasciano pensare ad un cambio immediato, ma sono comunque ore di riflessioni.
Il futuro di Stefano Pioli è davvero appeso ad un filo e la prima scelta in caso di esonero immediato non può che essere lui, Ignazio Abate.
Ieri, il tecnico della Primavera ha regalato l’unica gioia ai tifosi rossoneri, vincendo il proprio girone di Youth League. Il suo Milan gioca bene e in società c’è grande soddisfazione per la sua crescita. Il 4 a 1 al Borussia Dortmund ha reso orgogliosi tutti i dirigenti e non passa occasione per sottolinearlo. Ignazio Abate è un predestinato e gode di grandissima stima, ma anche per questo si preferirebbe che non si bruciassero le tappe, ma se dovesse essere inevitabile potrebbe davvero essere gettato nella mischia.
Gerry Cardinale, che ieri era a San Siro ad assistere alla partita, potrebbe così fare come fatto in estate, quando cacciò via Maldini e Massara, senza sostituirli con nuove figure esterne.
E’ la scelta più economica, che permetterebbe al Milan di aspettare giugno per prendere, poi, eventualmente, la nuova guida. E’ una scelta, che indubbiamente piacerebbe a Zlatan Ibrahimovic, suo caro amico. Ma se Abate dovesse davvero sedersi sulla panchina del Diavolo farebbe di tutto per tenersela stretta e non è detto che non ci riuscirebbe.
Gli manca l’esperienza, è vero, ma in Primavera ha dimostrato di avere ottime idee di gioco e il giusto carattere per tenere in mano uno spogliatoio. Siamo sicuri, inoltre, che con un personaggio carismatico come Zlatan Ibrahimovic, al suo fianco l’impresa non sarebbe così impossibile.
Un’altra soluzione, suggerita anche dai tifosi, è quella di affidarsi ad un traghettatore, come Roberto Donadoni (una scelta più conservativa), ma è Abate a stuzzicare la fantasia della dirigenza rossonera. L’ex terzino sulla panchina del Milan sarebbe un vero azzardo per tutti, ma gli americani, si sa, amano rischiare. Poi chissà, magari Cardinale decide di sorprendere tutti, con un profilo forte che dia garanzie per il futuro.
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