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“Sono sempre stato scomodo”: tra carriera e FIGC, Baggio dice tutto

Roberto Baggio torna a parlare e lo fa con la consueta profondità: “Se entri in conflitto con gli ego, diventa tutto più difficile”

C’è un solo calciatore di cui basta solamente pronunciare il nome per vedere degli occhi sognanti in chi ci sta accanto, anche di coloro i quali non hanno avuto la fortuna di vederne le gesta in presa diretta. Quel giocatore è Roberto Baggio.

"Sono sempre stato scomodo": Baggio tra carriera e FIGC
Roberto Baggio (LaPresse) – Calciomercato.it

Il Divin Codino parla di rado, essendosi ritirato a vita privata dopo essere stato un’icona mondiale sotto i riflettori più abbaglianti per molti anni, ma quando lo fa non è mai banale. In una lunga intervista rilasciata a Walter Veltroni sulle pagine del Corriere della Sera, Baggio ha ribadito le difficoltà di essere un numero 10: “Lo è sempre stato. Era già difficile ai miei tempi, eravamo sempre discussi, ora sono un genere in via di estinzione. Io so solo che per me quel numero corrispondeva al desiderio di fare le giocate, di inventare e di sentirsi liberi”. Il suo rapporto con il calcio ora, poi, è stato oggetto di grandi spunti nel corso dell’intervista.

Baggio torna a parlare della FIGC: “Le mie idee e le loro non combaciavano”

Roberto Baggio ha parlato anche dell’Italia fuori dai Mondiali per due edizioni consecutive, lui che con la maglia azzurra ha fatto sognare e innamorare milioni di tifosi. “Una sensazione strana, alla quale non siamo abituati. Però a me sembra assurdo che una nazionale che ha vinto gli Europei non sia ai Mondiali di diritto”. Il peggio sembra essere alle spalle, però. “Ora spero, noi italiani siamo così: se ci attaccano e ci mettono in discussione diamo il meglio. Abbiamo un orgoglio invidiabile”.

Inoltre, il Divin Codino è tornato anche sul suo tentativo di restare nel calcio dando un contributo importante con la FIGC: “Sono stato due anni al settore tecnico, ma contavo meno del due di coppe quando regna bastoni. Avevo fatto un progetto per i giovani, ma le mie idee e le loro non combaciavano. Ne ho preso atto”. La sua presenza, forse, era troppo ingombrante. “Io sono sempre stato scomodo. Quando giocavo se segnavo dicevano che aveva vinto la squadra di Baggio. Se oscuri gli altri, se entri in conflitto con gli ego, diventa tutto più difficile”. Infine, i piani per il futuro dell’eterno numero 10 sono piuttosto chiari: “Voglio vivere questi anni in modo semplice, facendo cose semplici, godendo le mie passioni con la mia famiglia, i miei amici. E rispettando il mondo del calcio, che mi ha dato tantissimo”.

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