Il mercato di gennaio è alle porte e la Juventus lavora un po’ in tutte le zone del campo, alla ricerca di occasioni e opportunità. Se c’è però una priorità, questa è legata proprio al centrocampo, in difficoltà numerica come già raccontato
Tanti i nomi sul taccuino di Giuntoli e Manna, ma due gli osservati speciali per la mediana di mister Allegri: Phillips del Manchester City e Hojbjerg del Tottenham.
Una corsa a due, con sorpassi e contro-sorpassi. Questi sono state le ultime settimane di Pierre-Emile Hojbjerg e Kalvin Phillips, per quanto concerne le strategie di mercato della Juventus. Da un lato forse il preferito di Massimiliano Allegri, dall’altro quello più raggiungibile data la situazione, ad oggi. Nulla però è già definito, lo scenario è in evoluzione. Si parta dal giocatore del City, Phillips. Il mediano è stato scaricato da mister Pep Guardiola e sta cercando una soluzione valida per non perdere il treno per EURO2024, competizione da affrontare con l’Inghilterra. Preferirebbe rimanere in Premier League, occhio alla pista Newcastle. I dialoghi con la società CAA Stellar che ne cura gli interessi ci sono stati e sono stati proficui, ma la volontà del calciatore farà la differenza.
Per quanto riguarda Hojbjerg, la situazione è diversa. Il Tottenham ha sempre alzato un muro per quanto concerne la cessione del giocatore, anche in ottica Coppa d’Africa: Bissouma e Sarr saranno impegnati rispettivamente e verosimilmente con Mali e Senegal. La voglia di trovare più spazio da parte del giocatore, però, può cambiare le carte in tavola. Gli Spurs possono decidere di privarsi del giocatore per poi tornare sul mercato, ma non per un prestito secco. La strada delineata dai londinesi è quella di un riscatto fissato sui 25 milioni di euro.
Le occasioni e i desideri non sempre coincidono. Hojbjerg e Phillips sono giocatori simili ma diversi; e se ad Allegri piace più il danese, la formula di acquisizione è sicuramente più vantaggiosa quella per Phillips. Le volontà dei giocatori, però, possono far pendere l’ago della bilancia.
Pierre-Emile Hojbjerg e Kalvin Phillips si assomigliano, ma non sono lo stesso tipo di giocatore. Hanno la stessa età, sono del ’95. Di agosto il danese e di dicembre l’inglese. Il piede preferito anche è lo stesso, ossia il destro. Il ruolo, a grandi linee, anche: quello del mediano. I minuti giocati in stagione, seppur diversi, sono pochi per entrambi: 319′ per l’inglese, 698′ per il danese. La statura dei due, la prima differenza: Hojbjerg è alto 185 centimetri, contro i 179 di Phillips. E si sa, ad Allegri piacciono i centrocampisti fisici.
La differenza, però, la fa il modo di interpretare il ruolo. Nessuno dei due è propriamente offensivo, ma Phillips rispetto ad Hojbjerg è se vogliamo ancora più basso come baricentro di azione. Entrambi, di base, dovrebbero giocare davanti alla difesa nel ruolo che ad oggi è ricoperto da Manuel Locatelli. Il danese, però, ha nelle corde più corsa e ribatamenti di fronte, caratteristiche che potrebbero essere spese anche al fianco di un play designato. L’inglese invece gravita nella zona centrale e bassa, potendo anche orchestrare dalla difesa.
Le caratteristiche del danese, con corsa, centimetri e forza fisica, sono forse quelle che fanno propendere le grazie di Allegri nei suoi confronti. Rispetto a Phillips, centrocampista di rottura più tradizionale. Entrambi sono dotati di una buona tecnica e di una discreta capacità balistica. Viene però difficile pensare che l’allenatore bianconero possa togliere Manuel Locatelli dal ruolo di regista designato davanti alla difesa, ecco perchè è più facile immaginarsi Hojbjerg rispetto a Phillips, pur volendo giocare col ‘doppio mediano’. Sempre che le condizioni risultino favorevoli per la società. E tra i due, Hojbjerg spinge, Phillips temporeggia.
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