Il futuro della panchina del Milan resta in bilico: Pioli è legato ai prossimi risultati, gli eredi incombono ma c’è un grosso dubbio
Il Milan vive uno dei momenti più complicati degli ultimi tre anni. Soprattutto perché alla fine del 2023, quindi sostanzialmente al giro di boa in Serie A e a livello internazionale, i rossoneri sono fuori da ‘tutto’. In primis non sono riusciti a qualificarsi agli ottavi di finale e dovranno giocare il playoff con il Rennes per accedere agli ottavi ma di Europa League. E poi la classifica del campionato dice che la squadra di Pioli è già praticamente fuori dalla lotta scudetto. Sette punti di ritardo dalla Juve seconda, addirittura undici dall’Inter capolista. Con tanto di ko tremendo nel derby a settembre con ben 5 gol subiti.
Poi la miriade di infortuni che hanno messo totalmente in ginocchio il Milan compromettendo la stagione già a dicembre. Un attacco che continua a perdere pezzi, Okafor che entra ed esce dall’infermeria e ovviamente una difesa che per certi versi non esiste più. Kalulu out a lungo, Thiaw pure, ora anche Tomori che ha tirato la carretta fino ad ora, Kjaer rientrato solo ora e Pioli costretto a lanciare giovani come Simic e Bartesaghi o far giocare Calabria e Theo Hernandez come centrali. Per tutto questo l’allenatore del Milan è sotto la lente anche della società, che inevitabilmente riflette sul suo futuro anche a breve termine.
Ma di alternative non ce ne sono a stagione in corso, anche se Cardinale potrebbe provare a convincere Antonio Conte a subentrare. Un’impresa. Più semplice che avvenga in estate, quando anche De Zerbi diventerà nome forte: entrambi piacciono molto. Se dovesse invece saltare subito il banco, più probabile che sia Ignazio Abate a fare da traghettatore. Per filosofia l’ideale sarebbe proprio l’attuale manager del Brighton.
È lo stesso pensiero di Fabio Ravezzani, direttore di ‘TeleLombardia’, che su ‘X’ dice la sua proprio sul possibile arrivo di Antonio Conte: “È un grandissimo allenatore, ma 1: vuole un sacco di soldi. 2: è costituzionalmente portato ad accusare le proprietà di non voler spendere e di essere causa dei mancati successi. 3: pretende un mercato di livello con campioni affermati”. In conclusione: “Che c’entra con il Milan di Cardinale?”, si chiede Ravezzani. Ed effettivamente il club rossonero sta portando avanti un progetto di sostenibilità, ingaggi non altissimi e valorizzazione dei giovani con un paio di esperti. Un percorso a lungo termine, con il gioco come dna a Milanello. E nei rapporti con la società, si è visto quello complicato di Maldini e Massara con il relativo epilogo.
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