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Juve, Allegri: “Lukaku non l’ho mai allenato. Decreto crescita? Juve non preoccupata”

La Juventus si appresta a chiudere il proprio 2023 tra le mura amiche. A Torino arriva la Roma di Mourinho, reduce dalla bella vittoria contro il Napoli. I bianconeri, invece, rientrano dopo i tre punti conquistati a Frosinone

Alla vigilia della sfida che si giocherà all’Allianz Stadium e valevole per la 18^ giornata di Serie A, ha parlato presso la sala conferenze dell’Allianz Stadium Massimiliano Allegri. Fischio d’inizio domani ore 20:45. Ecco le sue parole.

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri – calciomercato.it

Sulla partita di domani, Allegri spiega: “Siamo in un buon momento ma dobbiamo stare coi piedi per terra. Non siamo neanche a metà stagione, mancano due partite e abbiamo 40 punti. La Roma è una squadra scorbutica da affrontare con una dei migliori allenatori in panchina preparato per queste partite. Servono pazienza e compattezza senza voler strafare. E’ una gara difficile, uno scontro diretto, sarà una bella partita: è sempre Juventus-Roma. Oggi la priorità è il calcio, poi alle feste ci pensiamo”. La Juventus ha preso gol nelle ultime due gare e Allegri precisa: “Abbiamo subito gol facili a Frosinone e a Genova, in queste partite i dettagli fanno la differenza. Dobbiamo tornare ad aver paura di prendere gol”.

Sui protagonisti dell’ultima gara dell’anno, così l’allenatore bianconero: “Infortunati? Alex Sandro non ha nulla di preoccupante, solo Kean è distante dal rientro. Gli altri stanno stanno bene. A destra può giocare Weah, o altrimenti McKennie con Miretti mezzala“. Su Kostic: “La sua affidabilità è quella che conta, non è in calo”.

Allegri non scioglie poi i dubbi per l’attacco e glissa sul potenziale impiego di Yildiz: “Domani decido chi fare giocare, sia fisicamente che mentalmente. Il futuro è domani, poi pensiamo al 2024”. Sulla sfida a distanza tra Vlahovic e Lukaku, Allegri dribbla le domande che facevano riferimento alla situazione legata al mercato della passata estate: “Lukaku non l’ho mai allenato, non so quali siano le differenze con Dusan. Vlahovic è un giocatore importante e può solo crescere, ha un futuro importante e ha fatto un gran gol a Frosinone”. E poi aggiunge: “Ha voglia di lavorare migliorare, come tutti, sennò si parla sempre solo di lui”. Chiesa?: “Era bello pimpante, è un giocatore importante”. E poi chiosa: “Mettendo gli obiettivi personali al servizio della squadra otterremo grandi obiettivi”.

Juve, Allegri: “Dobbiamo tornare in UCL, che ci hanno proibito. Calcio? Il fine è il risultato”

La conferenza di Allegri tocca anche altri temi, tra Agnelli, Mourinho e Ancelotti. Senza dimenticare il commento sulla mancata proroga del decreto crescita.

Si chiude il 2023, e la diciottesima giornata del campionato di Serie A, con l'attesissima sfida tra la Juventus e la Roma
Allegri e Mourinho (LaPresse) – Calciomercato.it

Si chiude il 2023, primo anno per Max Allegri alla guida della Juve senza il presidente Agnelli: “Sono contento del lavoro che abbiamo fatto e soddisfatto. Sono legato ad Andrea Agnelli e a tutta la dirigenza, i numeri sono dalla loro parte. Il nuovo percorso è iniziato, ma la Juve resta, anche se passano presidenti, direttori e allenatori”. E poi attacca torna sull’esito della giustizia sportiva: “Dobbiamo tornare a giocare in Champions, cosa che ci hanno proibito siccome eravamo arrivati terzi“.

Sulla mancata proroga del decreto crescita, che vincola le strategie del club italiani, l’allenatore livornese appare sereno: “Fortunatamente la Juventus per dieci anni ha lavorato in quel modo lì e ora è meno preoccupata visto il patrimonio di giovani che può sviluppare per il futuro”.

Ancelotti ha rinnovato col Real Madrid, Mourinho sarà il prossimo avversario di Allegri. Questi tre allenatori vengono spesso accomunati per il “pensiero” comune, quali baluardi di una “vecchia scuola”, sempre più in controtendenza. Il pensiero del tecnico livornese: “Chi pensa di avere la verità del Calcio in tasca si fa del male, perchè non c’è una verità assoluta. Carlo è straordinario, allenare grandi club non è facile. Josè anche ha vinto: i risultati sono una cosa inconfutabile. Il resto conta poco. Essere accostato a loro è un orgoglio, perchè hanno vinto tanto e allenano da più di me”. E poi chiude: “Il fine è il risultato, sennò che ci sono a fare i punti?”.

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