Vigilia di Juventus-Roma, Josè Mourinho parla in conferenza stampa: le dichiarazioni salienti del tecnico giallorosso
Juventus-Roma non è mai una partita come le altre. E anche stavolta vale parecchio. L’appuntamento che chiuderà il calendario della Serie A nel 2023 andrà in scena domani sera allo Stadium alle ore 20.30, si prevede una gara accesa come al solito.
Dopo la vittoria con il Napoli, Mourinho va a caccia di altri punti fondamentali per la corsa Champions, ma non sarà facile in casa dei bianconeri, lanciati al secondo posto in classifica. Alle 10.30, da Trigoria, il tecnico giallorosso ha parlato in conferenza stampa presentando la sfida e parlando dei principali temi del momento legati alla squadra, in primis la frenata nella trattativa per Bonucci e il mercato. Su Calciomercato.it, potrete seguire in diretta le sue dichiarazioni.
La sfida vale tantissimo per entrambe le squadre: come arrivano la Roma e i giocatori? Come sta Mancini e come sta Dybala? Possono bastare per poter puntare alla titolarità dell’argentino? “Non te lo dico se sarà titolare o no. La conferenza stampa alle 10.30 prima dell’allenamento è anche una protezione, ma Dybala sarà disponibile. Poi se giocherà titolare o entrerà non lo voglio dire, ma non l’ho neanche deciso. Dobbiamo ancora parlare con lui delle sue sensazioni, ma se è tutto ok nell’allenamento partirà e sarà a disposizione. Mancini è la stessa situazione della settimana scorsa, e sa già cosa vuol dire giocare senza allenarsi. Non c’è dubbio che giocherà con Llorente e Ndicka, Mancio sa che è molto importante per noi”.
Sulla Juve e Allegri: come giudica il suo percorso? “La Juve è la Juve, Allegri è Allegri. Sappiamo sempre cosa aspettarci dalla Juve e da Max. Quando si parla di squadra e allenatore resultatista, anche se è strana come parola, io la interpreto come la cosa più importante nel calcio, fare risultati. C’è gente che collega la parola resultatista a connotazioni negative. Per me invece sono solo positive. E la Juve è resultatista, hanno fatto tanti punti da palla inattiva, giocano una partita a settimana. E questo non significa solo essere riposati, ma anche che lavorano tanti giorni in campo e a livello tattico. Sta lottando con l’Inter per lo scudetto”.
C’è anche una esigenza da parte sua di un difensore. “Esigenza? No, zero. Il desiderio sì. Il mercato è a gennaio”.
Su Bonucci può influire l’umore della piazza? L’altro nome in uscita è Renato Sanches: può andare via a gennaio? “Mi sento a mio agio a parlare di Sanches perché è un nostro giocatore. Di Bonucci no. Va rispettato e il modo di rispettarlo è non parlare di un calciatore che è dell’Union Berlino. Non vedo nessun motivo per parlare di Bonucci. Di Renato non ho nessuna informazione sulla possibilità che possa andare via o no. Né da parte di Renato, né dei procuratori che sono anche i miei. Nessuna parola. Nessuna info da parte di Pinto. Renato vive ovviamente una situazione complicata, che lo è anche per me e per la rosa. Ma non ho informazioni. Sulla piazza che influisce, io dico sempre due cose. Il cuore di un club sono i tifosi, però ci sono le proprietà e le strutture che sono diverse di club in club. E le proprietà sono sovrane, le decisioni sono di chi è sovrano. Per me, e non solo nella Roma, il cuore del club sono i tifosi e quando fai qualcosa che piace molto ai tifosi alimenti passione e amore. Quando fai qualcosa che non piace ai tifosi, non si deve fare. Più di questo non posso dire, non ho nient’altro da dire”.
Sanches partirà per Torino? “Ho un dubbio, non ha lavorato come gli altri in settimana. Non giocherà, se viaggerà con la squadra lo decideremo oggi”.
Cosa serve per fare risultato? “Personalità. Possiamo paragonare gli stili diversi, ma sono squadre di potenziale altissimo. Possiamo paragonare il Napoli con la Juve. In casa abbiamo avuto la personalità che serviva per giocarcela faccia a faccia. Col Napoli abbiamo interpretato bene la partita, Llorente straordinario e Ndicka ha giocato la sua partita migliore. Abbiamo bisogno di tutto questo e di personalità. Ci saranno duemila tifosi nostri su 45mila juventini, loro sono abituati a giocare per vincere sempre. C’è bisogno di personalità e coraggio, col Napoli abbiamo sempre giocato per vincerla e mai per pareggiare. Mi piacerebbe che con la Juve avessimo la stessa capacità”.
Un parere su Pellegrini. “Pellegrini sta migliorando. Oltre a come è entrato col Napoli, aveva lavorato bene. Lui non lavora mai male, sempre concentrato, ma la settimana scorsa l’ho visto con quel feeling di qualità. Ha giocato bene, questa settimana ha dato continuità a queste sensazioni. Per un periodo si è visto un Lorenzo ‘flat’, con un rendimento non altissimo, senza salite. Ora la salita c’è stata e dobbiamo approfittarne in questo momento con 6-7 partite importanti, perché lui è un giocatore di qualità superiore”.
Si è parlato col direttore Pinto di una tempistica per l’arrivo di un difensore? Ha già pensato ad alternative tattiche o cambi di modulo per mercoledì? “Se inizio a pensare a tutto questo rischio di perdere la concentrazione sulla partita di domani. Abbiamo i tre difensori che giocano insieme da tempo, Cristante a centrocampo ma se ci sarà bisogno giocherà dietro. Con Celik stiamo lavorando per dargli conoscenza tattica per farlo giocare nei tre. Stiamo parlando di un livello basico, ma cercheremo di migliorarlo poco a poco. Sappiamo da sei mesi che Ndicka andrà via, che Kumbulla non sarebbe stato disponibile a gennaio, impossibile da titolare, infatti non verrà con noi a Torino. Da tre mesi sappiamo che Smalling non ci sarebbe stato a gennaio. E da sei mesi sappiamo che a febbraio ci sarebbe stata la finale di Coppa d’Africa. Ora sappiamo anche che Mancini e Cristante sono diffidati. E immagina lo scenario di avere un solo difensore centrale. La situazione la sappiamo da tanti mesi, ho promesso a me stesso di andare sulla strada di dare tutto quello che ho aldilà delle circostanze ed è quello che farò. Dopo la Juve penseremo alla Cremonese, il mio lavoro è fare il meglio che ho con quello che ho a disposizione. Kumbulla non partirà”.
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