Jose Mourinho nell’occhio del ciclone dopo l’ennesimo flop in uno scontro diretto e una classifica che dice Roma al nono posto: le critiche sono aspre e la soluzione pare solo una
La Roma stecca nuovamente. A San Siro contro il Milan arriva un 1-3 con una buona prestazione ma che non porta a punti in uno scontro diretto e in trasferta, il doppio tallone d’Achille dei giallorossi nell’era Mourinho. La classifica è preoccupante, niente è perduto perché il distacco dal quarto posto è ancora di 5 punti, ma in mezzo ci sono tante squadre. E la Roma in questo momento è addirittura nona, uscita dalla Coppa Italia dopo un derby e seconda in un girone di Europa League decisamente abbordabile.
Il giorno dopo ovviamente si cercano i colpevoli, con Jose Mourinho che continua a essere sempre più in bilico e in difficoltà, in piena bufera. Il portoghese ormai è diventato il bersaglio principale delle critiche, con i giocatori che pure non stanno facendo bene. A questo punto, la situazione è al limite: i match con Verona e Salernitana saranno sostanzialmente decisive per il futuro del tecnico. Ai microfoni di ‘Radio Radio’ si analizza come sempre la prestazione ma soprattutto le possibili soluzioni, a partire dall’eventuale esonero dello Special One. Tony Damascelli è duro con tutti: “Squadra malinconica, senza giustificazioni. Oltre ad avere un gioco di episodi, solo scarabocchi. La Roma senza Dybala è una squadra che vale una situazione di classifica ancora peggiore. Gli assenti ce li hanno tutti. C’è sempre una giustificazione al nulla, adesso è arrivato il momento della verità. È inutile che si continui a rimandare la decisione sull’allenatore“.
Tanti gli elementi che portano a una posizione netta da parte dello storico giornalista e opinionista. Se prima erano in tantissimi a difendere a oltranza Jose Mourinho, adesso il partito dell’esonero o delle colpe all’allenatore è sempre più esteso. “Belotti mandato a parlare nel post partita è la dimostrazione di come sia una situazione di nebbia totale o di astuzia dell’allenatore”, continua Damascelli.
Eppure la Roma avrebbe le carte in regola per fare molto meglio, per giocarsela nei big match o comunque dare un’impressione diversa, di poter almeno lottare. “La squadra cerca punti di riferimento ma non ci sono – le parole della firma de ‘Il Giornale’ -. La Roma è malinconica, mi fa arrabbiare perché la squadra c’è, non è affatto debole. Se dovessimo essere maligni, la frase di Belotti significa che ‘siamo fortissimi, ma non rendiamo secondo potenzialità. Come mai? Perché bisogna cambiare qualcosa’. La Roma esisteva prima di Mourinho ed esisterà anche dopo. Bisogna uscire da questa enfasi. La storia continua e la Roma tornerà a essere un grande club. Solo gente ubriaca può pensare il contrario”.
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