Nuovo scenario per la Serie A, con la decisione del governo di ‘penalizzare’ i top club del campionato italiano: parla il ministro Salvini
Parole al veleno contro il calcio italiano. Matteo Salvini ancora una volta punta il dito con i ricchi top club della Serie A e lancia una provocazione a chi prova ad ottenere agevolazioni fiscali.
Il ministro dei trasporti ha visitato il Viola Park di Bagno a Ripoli, nuovissimo impianto della Fiorentina, voluto fortemente dal presidente Rocco Commisso. In quest’occasione Matteo Salvini ha avuto modo di parlare anche di calciomercato. O meglio, degli effetti che ci saranno sul calciomercato in Italia. Infatti, solo qualche giorno fa è stato abolito il Decreto Crescita, una legge che permette alle società di calcio (e non solo) di beneficiare di alcuni sgravi fiscali per i tesserati che provengono dall’estero e che permangono in Italia per almeno due anni.
Matteo Salvini contrario al Decreto Crescita: esulta al Viola Park
In merito al Decreto Crescita, il pensiero di Salvini è piuttosto chiaro: “Sono contento di aver messo la parola fine a quello che era una concorrenza sleale e un pregiudizio contro i vivai italiani e i giovani calciatori italiani”. Poi ha attaccato chi si lamenta dell’abolizione della legge: “Qualcuno sta passando le settimane a rimpiangere il decreto crescita per pagare meno tasse su calciatori stranieri non sempre di eccelsa qualità”.
L’ex ministro dell’Interno ha poi sostenuto come i club facciano spese folli per giocatori definiti improbabili: “Se penso ad uno sconto o agevolazione, preferisco farla sui ragazzi italiani, che crescono nei settori giovanili, piuttosto che andare a comprare improbabili terzini o attaccanti dall’altra parte del mondo, senza che lascino particolare traccia nella storia calcistica italiana”.
Chissà a quali terzini e attaccanti pensava Matteo Salvini alla pronuncia di queste dichiarazioni un po’ al veleno contro i presidenti di Serie A. Infatti, le società del campionato italiano sono piuttosto preoccupate ora che il Decreto Crescita è stato abolito, poiché non potranno beneficiare di importanti sconti che attiravano calciatori stranieri in Italia.