Arriva la decisione dell’Udinese dopo il caso Maignan: squalifica a vita ed intanto il comunicato ufficiale fa scalpore
Il caso Maignan continua a far discutere. A prendere posizione questa volta ĆØ l’Udinese con il direttore generale Franco Collavino che ha parlato delle mosse del club dopo quanto accaduto durante il primo tempo della sfida con il Milan.
Il dirigente ha annunciato che i responsabili degli insulti razzisti saranno banditi a vita dallo stadio. Collavino ha, infatti, affermato nel corso di 90Ā° minuto: “Il Daspo ha una durata limitata, ma il club ha la possibilitĆ di escludere un tifoso dallo stadio per un tempo maggiore. Lavoreremo per escluderli dallo stadio a vita”.
Le sue dichiarazioni quindi continuano: “I responsabili non possono che essere due o tre persone. NĆ© arbitro, nĆ© procura hanno percepito cori: si tratta di due-tre sciagurati e ciĆ² basta perchĆ© sia una cosa gravissima. Stiamo giĆ guardando le immagini e ascoltando l’audio”. Ā Il dirigenti dei friulani ha anche espresso il proprio dispiacere a Maignan e rimarcato che “lāUdinese ĆØ sempre stata un esempio di societĆ multietnica e multiculturale”.
Caso Maignan, il duro comunicato dei tifosi dell’Udinese
Se da una parte si registrano le parole di Collavino, dall’altra c’ĆØ la presa di posizione, altrettanto dura, del tifo organizzato del club friulano.
In particolare la Curva Nord Udine Amarcord ha voluto diramare un comunicato in cui viene messa in dubbio la veridicitĆ di quanto accaduto: “Una cinquantina di telecamere, microfoni, forze dell’ordine, 25.000 persone allo stadio e l’unico ad aver sentito questi fantomatici cori razzisti ĆØ stato Maignan???”
Nella nota si attaccante anche il presidente della FIFA (“indignato dopo aver lucrato tutto sul calcio”) e quello del Coni: “Condanna il gesto che perĆ² non ĆØ stato verificato da nessuna forza dell’ordine o giudice sportivo”. E ancora: “Gente che condanna la nostra curva perchĆ© Tizio ha sentito al bar la mamma di Caio a cui la sorella di Sempronio gli ha detto che l’amico ha visto al tg che… Ma di cosa stiamo parlando? Come le pecore, in tv o nei social dicono una cosa e tutti ci credono?” Quindi la chiusura con la richiesta di prove “prima di diffamare una tifoseria, una gente, un popolo”.