Il Milan riflette e studia il futuro della panchina rossonera tra i nomi di Motta e Conte, arriva il dietrofront: “Pioli va confermato”
È stata ed è tuttora una stagione molto particolare per il Milan, che ha già vissuto diversi capitolini della sua annata. Tra infortuni, retrocessioni, eliminazioni, periodi bui e rinascite, volti nuovi e ritorni. C’è stato un po’ di tutto solo in questa prima parte, ma la realtà è che resta ancora parecchio da giocarsi. L’Europa League di sicuro, che i rossoneri puntano a vincere, oltre a tenere il passo di Inter e Juve sperando magari in qualche passaggio a vuoto per rientrare nella lotta scudetto in maniera anche un po’ insperata. Stando attenti ovviamente a non commetterne di passi falsi venedo risucchiati dalla bagarre alle sue spalle. Anche se la distanza è assolutamente di sicurezza.
Ma forse soprattutto tanti, tantissimi si giocano il futuro al Milan nei prossimi mesi. A partire da Stefano Pioli, la cui permanenza a San Siro sembra quasi già segnata. Da settimane si fanno i nomi dei successori, da Thiago Motta ad Antonio Conte che resta il preferito e quello potenzialmente in vantaggio. Ma c’è anche chi va un po’ controcorrente e confermerebbe l’attuale guida tecnica: “Se continua così e se proseguono i miglioramenti, non vedo per quale ragione Pioli dovrebbe essere mandato via a fine stagione. L’importante è che il Milan tenga sempre il piede schiacciato sull’acceleratore e che creda nelle sue potenzialità”. A parlare, a ‘La Gazzetta dello Sport’, è Arrigo Sacchi che parla delle cose positive di questo Milan: “Sto iniziando a vedere una squadra. Finalmente i giocatori si aiutano, dimostrano di seguire l’allenatore, lottano, s’impegnano, non mollano mai”.
Sacchi quindi si esprime a favore della conferma di Pioli nonostante i nomi che girano per la sua successione: “I rossoneri sono terzi, con un buon margine sulla quarta. Ciò significa che soltanto due squadre, l’Inter e la Juve, hanno fatto meglio. E non dimentichiamo che il Milan non è il club che ha speso di più sul mercato. L’Inter, ad esempio, ha investito maggiormente, nelle ultime tre stagioni, eppure non è mai arrivata allo scudetto. Nell’ultimo periodo Pioli ha dimostrato di avere in mano la squadra e la squadra ha dimostrato di voler seguire il suo allenatore”.
Per la riconferma di Pioli sarà decisivo il ruolo della proprietà e dirigenza: “La società viene prima della squadra e la squadra viene prima del singolo: queste sono regole basilari. Qui siamo di fronte a una società giovane, che sta dimostrando passione e, ne sono convinto, piano piano acquisirà maggiori competenze e maggiori esperienze. L’importante è che ci sia chiarezza. Pioli deve insistere con le sue idee. Deve essere un martello, lavorare duro, non dare nulla per scontato. E se c’è qualcuno che non lo segue, dopo aver provato a convincerlo per una, due o tre volte, deve avere la forza di metterlo fuori. Guai a concedere deroghe. Scudetto? Io, se fossi allenatore dei rossoneri, abolirei questa parola. Il traguardo dev’essere un altro: diventare squadra. Inter e Juve hanno un vantaggio notevole e dunque non sprecherei energie pensando allo scudetto”.
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