All’Hilton di Roma l’evento di chiusura del calciomercato: presenti Pierpaolo Marino e Massimo Taibi che hanno parlato di retroscena e comunicazione
All’Hilton Rome Eur La Lama torna l’evento di chiusura della sessione invernale di calciomercato, organizzato come ogni anno da Adicosp e Rabona Mobile. Nella cornice capitolina, in pieno subbuglio per i colpi finali di questa finestra di gennaio, si sono succeduti dei panel di confronto che hanno offerto spunti significativi nell’ottica del mercato a 360 gradi. In particolare, interessante l’intervento di due grandi ospiti come Pierpaolo Marino e Massimo Taibi, entrambi intervenuti poi in esclusiva a Tv Play.
Prima l’introduzione del presidente Adicosp e Adise (associazione direttori sportivi internazionale) Alfonso Morrone: “Questa è un’occasione di confronto, mettendo sempre più al centro dell’attenzione il direttore sportivo che non è solo quello che vende o compra calciatori, ma è a capo di un’azienda e ha responsabilità economiche. Deve gestire vari settori, non solo quello tecnico. Noi come Adicosp stiamo incentivando il discorso formazione, la regolamentazione della figura del direttore sportivo a livello internazionale. Il modello italiano del direttore sportivo è unico e il migliore. Sto lavorando anche per portare questo aspetto in Parlamento, perché non tutti possono fare il direttore sportivo: chi fa esercizio abusivo della professione deve essere perseguito”.
Parola poi a Pierpaolo Marino, che dice la sua sulla questione comunicazione nel calciomercato: “Il problema è che veniamo sommersi di telefonate, in qualsiasi momento e a volte tanti messaggi dove ti chiedono di trattative, ma per messaggio non può esserci un rapporto confidenziale perché rimangono le immagini. Io per indole risponderei a tutti, ma non lo puoi fare. Io per notizie uscite sui giornali ho perso colpi importanti. Feci una cena di mercato a Milano con gli intermediari di Milito per portarlo al Napoli prima che tornasse al Genoa, quando era al Saragozza. Un cameriere napoletano ascoltò tutte le conversazioni e il giorno dopo mi trovai su un quotidiano di Milito al Napoli. Il che svegliò Preziosi dal piccolo letargo in cui era piombato, per cui rientrò nella trattativa sfruttando il fatto di averlo già avuto. Un ds la riservatezza la deve avere perché altrimenti si crea concorrenza su un giocatore e magari lievitano i prezzi. Un ds moderno deve avere un ottimo rapporto anche con gli agenti, che sono una controparte difficile.
Poi ancora sulle varie dinamiche del mercato: “Quando arriva un club inglese, se vogliono un giocatore lo prendono e non hanno limiti. A Napoli ho resitito alla corte del Liverpool per Lavezzi, ma ho dovuto chiamare Benitez e ho avuto un dialogo piuttosto forte e si sono ritirati. Osimhen? Il Napoli è riuscito a ripatrimonializzare sul mercato il giocatore con il rinnovo di contratto, così prenderà quei 40-50 milioni in più. Sicuramente è una operazione fatta in amicizia, quindi non ha sbagliato il Napoli. Un cannoniere come lui che fa così tanti gol non è più trattenibile. Soprattutto con l’abolizione del Decreto Crescita. La strategia vincente dipende da piazza a piazza. Per vincere bisogna avere almeno 3-4 giocatori che facciano la differenza. Invece per altri obiettivi come l’Europa vanno bene giocatori di medio-alto livello con un bel gruppo. Rinnovo Kvara? A volte l’insoddisfazione di base può creare inconsciamente una demotivazione“.
Presente al panel anche Massimo Taibi, ex direttore sportivo della Reggina: “Come ci sono giocatori, allenatori più bravi e meno bravi, ci sono anche giornalisti più o meno bravi. Io mi sono scontrato con una realtà in cui c’era l’abitudine di passare notizie a un sito. Mi sono opposto e qualsiasi cosa facessi per quel sito io sbagliavo. Oggi con i siti internet sono tutti giornalisti, ti massacrano di domande, fanno insinuazioni. Poi magari se c’è un’operazione importante da chiudere diventa difficile. Il mercato è seguitissimo, per me è anche molto lungo ma per le persone è anche molto bello. È difficile da gestire anche per voi giornalisti. Quando fai il direttore devi allenare non solo allenatori e presidenti ma anche i giornalisti. Una volta l’Italia la faceva da padrona a livello economico e non solo. Come si fa il mercato? I presidenti si innamorano facilmente degli allenatori, poi però alle prime difficolà inizia il disinnamoramento”.
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