Le parole di Dionisi al termine di Bologna-Sassuolo. Al termine di una gara molto tirata è arrivata un’altra sconfitta per i neroverdi
Prosegue il periodo no del Sassuolo. Orfana di Berardi ancora out per infortunio, la compagine di Dionisi si è prima fatta rimontare e poi superare dalla verve del Bologna. Brutto stop per i neroverdi invischiati sempre più nella lotta per non retrocedere.
Intervenuto ai microfoni di DAZN, Alessio Dionisi ha toccato diversi temi. Di seguito le sue parole: “Che cosa succede nei finali? Dimmelo tu, le partite non finiscono mai. Ci sono tante partite, una delle quali è cominciata quando i ragazzi hanno cominciato a chiedere i cambi perché avevano dei problemini e qualcuno è stato forzato, qualcuno no ed è stato per scelta. Il Bologna ha alzato il livello e noi l’abbiamo abbassata. Coperta corta? Non è corta, non lo sarebbe se non ce la raccontassimo.
Chi è partito ha fatto bene, facendo quello che doveva fare. Abbiamo chiuso il primo tempo in vantaggio. Siamo ripartiti, concedendo il palleggio ma nella loro metà campo. Chi entra deve dare senza stare a pensare: vengo da una partita negativa o non ho giocato. Chi è subentrato non ha dato risposte positive. Questo ha fatto la differenza tra noi e loro. Questo non vuol dire che chi è subentrato pagherà le conseguenze, ma le cose stanno così”.
DETTAGLI DA LIMARE – “Possiamo fare di più, soffrire di più e restare nella partita. Ci siamo allungati tra attacco e difesa, non allungando la squadra ma scoprendo le giocate in mezzo al campo dove o copri con la gamba o copri con intelligenza: è mancata sia l’una che l’altra. Dentro l’area non può calciare un avversario a tre metri dal nostro calciatore. Anche in partite che iniziano bene e che continuano bene, possiamo fare di più. Dobbiamo crescere anche con gli alti: crederci, è l’unica strada. Riportare i 70 minuti nella prossima e compattarci di più”.
Dionisi ha poi continuato focalizzando la sua attenzione su alcuni temi di nevralgica importanza:
ASPETTO PSICOLOGICO – “I giovani hanno più incoscienza e hanno delle qualità. Siamo in un ambiente che difende e tutela i ragazzi, che li spinge. Io ci metto la faccia. Dobbiamo metterci tutti di più. Se dall’inizio siamo la squadra che non fa gol con i cambi, non ce la dobbiamo raccontare: chi entra deve alzare il livello e spingere e pretendere di giocare non con gli atteggiamenti ma dimostrando. Devo vedere di più altrimenti dovrò tenere in campo i calciatori con i crampi anche se chiedono il cambio.
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