Lega Serie A e Figc in aperto contrasto sulle riforme del calcio italiano: due proposte, molto differenti, al vaglio
Da una parte il progetto della Serie A, dall’altro quello della Figc. Il calcio italiano prova a cambiare se stesso, ma lo fa con idee profondamente diverse. Si preannuncia battaglia per la riforma dei campionati e più in generale di tutto il movimento calcistico italiano.
Le cose da modificare sono tante, le idee su come farlo diverse con la Lega Serie A (senza Inter, Milan e Juventus però che sostengono la riduzione del campionato a 18 squadre) da un lato e la Figc dall’altro. ‘Repubblica’ oggi svela il piano che i club del massimo campionato sono pronti a presentare martedì alla Federcalcio.
Un piano in 12 articoli, con 45 voci totali che parte dall’introduzione di un salary cap sul modello spagnolo che metta un limite agli stipendi in base al fatturato: un limite che se superato porterà al blocco dei tesseramenti e quindi del mercato. Sempre in tema di stipendi, nel progetto c’è la riduzione automatica degli ingaggi dei calciatori del 30% per i club che retrocedono, oltre all’abolizione del prelievo forzoso della Serie B su chi scende di categoria.
La Serie A chiede però anche di aumentare il numero di extracomunitari tesserabili e di poter far contratti di 8 anni ai calciatori. Non è tutto: tra le riforme proposte anche quella della Coppa Italia con partite che possano valere sia per il campionato che per la coppa. Su questo punto c’è anche un’altra richiesta: che la finalista possa qualificarsi ad una competizione europea.
Altro aspetto importante riguarda le licenze nazionali con le decisioni relative alla Serie A che potrebbero essere approvate soltanto con il via libera della stessa Lega. Inoltre, ci sono proposte anche per il calcio in generale: arbitri professionisti e indipendenti dalla Figc, riduzione delle partite delle Nazionali con un’unica finestra tra ottobre e novembre e sistema di qualificazioni ai Mondiali ed Europei simile a quello delle Olimpiadi. Infine, Var a chiamata (1-2 per squadra) e trasmissione in diretta dei dialoghi tra arbitri e Var.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti più politici, la Serie A propone l’abolizione del divieto di sponsorizzazione delle agenzie di scommesse (praticamente unico punto in comune con il progetto Figc), una percentuale sulla raccolta di scommesse da distribuire in base alle puntate ricevute e il ripristino Decreto Crescita.
Totalmente diversa la proposta che la Figc ha redatto, come riportato da ‘Il Giornale’, e presentato al Governo. Si parte con la riduzione della squadre professionistiche con la Serie C ridotta da sessanta a quaranta squadre.
Per la Serie A previsto un taglio delle retrocessioni (da 3 a 2) con playoff e playout per la Serie B. Di conseguenza è previsto un robusto taglio al paracadute da (60 a 30 milioni). Completamente diversa la riforma della coppa Italia: se la Serie A chiede una versione ancora più mini, la Figc propone un modello stile Fa Cup.
Inoltre la Figc propone una stretta alle norme in materia economica per l’iscrizione al campionato con un aumento dei controlli Covisoc. Ancora: prevista attenzione anche ai giovani con l’aumento dei posti in lista da 4 a 6, incentivi per le seconde squadre e la defiscalizzazione per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili.
Come detto, infine, la Figc (in questo caso d’accordo con la Lega Serie A), chiede l’abolizione del divieto di pubblicità delle agenzie di scommesse oltre ad una cabina di regia per sbloccare i dossier per la costruzione di nuovi stadi.
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