Episodio dubbio nell’area dell’Udinese tra Milik e Okoye: contatto simile a quello tra Sommer e Nzola in Fiorentina-Inter
Polemiche garantite per il contatto avvenuto intorno al 22esimo del primo tempo di Juventus-Udinese tra Milik e Okoye: il portiere in uscita riesce a respingere il pallone, colpendo però anche la testa dell’attaccante bianconero.
Un intervento che ha richiamato alla mente quello accaduto una settimana fa in Fiorentina-Inter, protagonisti questa volta Sommer e Nzola. A Firenze l’arbitro fu richiamato al Var per valutare il contatto e decretò il calcio di rigore per i viola, penalty poi sbagliato da Nico Gonzalez. Questa sera, invece, il direttore di gara e il Var hanno deciso di lasciare proseguire: una diversità di veduti destinata ovviamente a far discutere e a sollevare polemiche.
In realtà c’è una differenza sostanziale tra i due episodi secondo il regolamento: nel contatto tra Okoye e Milik manca l’imprudenza dell’intervento del portiere. La sua uscita è fatta con un movimento più naturale rispetto a Sommer che poteva essere considerato più in ritardo. Soltanto se l’estremo difensore dell’Udinese non avesse toccato il pallone sarebbe stato possibile considerare il suo intervento falloso.
Una disamina sulla quale è d’accordo anche Luca Marelli a ‘DAZN’ che nell’analizzare l’episodio ha spiegato che nel caso di Sommer “il colpo fu dritto al volto, mentre in questo caso no. Trovo differenza importante ai fini della valutazione dell’episodio”.
Nella ripresa, invece, le proteste della Juventus si sono concentrate su un tocco di braccio nell’area friulana. Un tocco che effettivamente c’è stato ma non era punibile con il calcio di rigore.
“Ci sono stati due tocchi di braccia, di Perez e Giannetti – spiega Marelli -: in entrambi i casi con braccia in appoggio al terreno, codificato come non punibile. Per questo il check è durato poco”.
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