La Juventus perde la seconda partita di fila e forse saluta i sogni scudetto definitivamente: con l’Udinese tante proteste per un episodio in area friulana
La Juve crolla allo Stadium e fa esultare l’Udinese, che mette a segno un vero e proprio colpaccio. La squadra di Cioffi espugna il fortino bianconero, inviolato da maggio, e forse avvicina il campionato a un verdetto che pare quasi definitivo. Con la sconfitta per 1-0 della Signora, l’Inter è sempre più prima con 7 punti di vantaggio e una partita in meno. Difficile, sicuramente, contro un’Atalanta in grande forma, ma con lo scontro diretto a favore anche un pareggio sarebbe più che positivo.
La Juve, che non perdeva addirittura da settembre (ko in casa del Sassuolo), perde due partite di fila non segnando neppure un gol. In realtà uno ieri con l’Udinese ne aveva anche fatto, ma l’arbitro ha annullato la rete di Milik dal momento che il pallone sul cross aveva già oltrepassato la linea di fondo. C’è poi più di un altro episodio di moviola che ha fatto molto discutere. Ad esempio l’uscita di Okoye su Milik, colpito dal portiere ma solo dopo che quest’ultimo aveva respinto il pallone. Una sequenza che ha portato l’arbitro e gli assistenti a non assegnare, giustamente, il calcio di rigore alla Juve.
Juve-Udinese, doppio tocco di mano di Perez e Giannetti: perché non è rigore
Così era stato anche per il controverso doppio tocco di mano in area di rigore dell’Udinese da parte di Perez e Giannetti, autore del gol partita. Gran cavalcata di Rabiot sulla destra, palla in mezzo per Arek Milik (ancora lui) che prova a deviare in qualche modo verso la porta. Entrambi i giocatori dei friulani, nel tentativo di contrastare, colpiscono il pallone con il braccio in un flipper senza però commettere fallo da penalty.
Il motivo è presto spiegato: entrambi i calciatori toccano con il braccio poggiato a terra nella scivolata. Il regolamento prevede che questa casistica non sia punibile con il calcio di rigore. Inoltre, dopo il primo tocco il resto diventa non punibile, a meno che non ci sia volontarietà. Non è questo il caso, per cui l’arbitro Abisso decide correttamente di far proseguire nonostante le proteste di Milik. E il Var non interviene.