La panchina di Massimiliano Allegri torna in bilico dopo la partita disastrosa di ieri sera contro l’Udinese. Il tempo per il tecnico livornese appare finito
La Juventus non si rialza più e di fatto consegna lo Scudetto all‘Inter. I bianconeri, dopo il pareggio contro l’Empoli e il ko con i nerazzurri a San Siro, sono stati battuti anche dall’Udinese, offrendo uno spettacolo per nulla gradevole.
I tifosi della Vecchia Signora hanno così contestato pesantemente la squadra e chiaramente il suo condottiero, Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese era da tempo che non finiva nel mirino della critica, ma la crisi bianconera ha riaperto una ferita mai davvero sanata. Il gioco di Allegri, d’altronde, non è mai piaciuto ai sostenitori della Juventus, che sono così tornati alla carica.
Ma c’è chi non ha mai cambiato idea sull’all’allenatore toscano e tra questi c’è sicuramente Lele Adani, che in queste ore ha espresso il suo pensiero su quanto visto ieri a Torino. Lo ha fatto attraverso un tweet, in risposta ad un utente, che sottolineava come la Juve lo sta “costringendo a dare a ragione ad Adani…. Lo scudetto non l’avremmo vinto comunque, ma con Allegri non c’è futuro”. L’ex difensore ha così scritto su X: “No, non a me, che poi non ho interesse ad averla. Padre Tempo”, frase accompagnata da una clessidra, come a sottolineare che il tempo è ormai scaduto.
Ieri, in serata, Adani aveva espresso la propria idea su Massimiliano Allegri, attraverso un paio di storie Instagram. L’ex difensore non ha usato troppi giri di parole.
Il dito è chiaramente puntato nei confronti dell’allenatore: “Bremer, Szczesny, Rabiot, Locatelli, Yildiz, Milik, Chiesa, Cambiaso che lo vuole il Real Madrid…stavo facendo 2 conti sul valore della rosa, perchè a volte dobbiamo fare i contabili, solo che la settimana scorsa qualcuno ha fatto finta di non capire, oggi? Quello che è accaduto stasera? Poi si pongono il dubbio se uno ha ragione o meno, ma uno giusto non chiede ragione, un giusto, soprattutto nel mestiere della comunicazione, per avere giustizia, l’unica cosa che chiede è partire dalla verità. Dalla verità poi cominciamo a dibattere. Se il calcio è semplice, possiamo vedere una partita del genere? Le scuse sono finite. Reponsabilità, comunicazione corretta, autocritica, analisi profonde giuste, perchè l‘Udinese non aveva Bierhoff, Alexis Sanchez, Amoroso, non aveva questi calciatori. La verità è una, che padre tempo, come sempre, opera in silenzio”.
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