Il contatto tra Gatti e Folorunsho continua a far discutere: ecco perché il Var non è intervenuto per richiamare l’arbitro
Solo un pareggio e la certificazione di una crisi dalla quale la Juventus deve uscire il prima possibile. Allegri ha parlato chiaro, la botta per aver visto scappare via l’Inter è stata notevole per il gruppo che ora però deve resettare e andare avanti.
Non si sono mai fermate, invece, le polemiche come quella per l’episodio che ha visto protagonista ieri al Bentegodi Federico Gatti al 36′ del primo tempo della sfida con il Verona. Il centrale della Juventus sbraccia a metà campo, colpendo Folorunsho (autore del gol del vantaggio gialloblù ad inizio gara): il centrocampista veronese cade a terra, ma l’arbitro decide di non intervenire e lo stesso fa il VAR che non richiama al direttore di gara.
Inevitabili le polemiche pensando anche ai precedenti che hanno visto coinvolto lo stesso Gatti: dal pugno a Kvaratskhelia lo scorso anno a quello rifilato a Djuric nella partita di andata, anche quello senza alcuna sanzione arbitrale.
Gatti-Folorunsho, perché non c’è stato l’intervento del Var
A provare a spiegare quel che è accaduto in sala VAR è l’ex arbitro Graziano Cesari che a ‘sportmediaset.it’ prova a interpretare la decisione di Marco Guida e la sua scelta di non richiamare Di Bello al monitor per rivedere l’intervento del difensore della Juventus.
Cesari in particolare sottolinea come “Guida ritiene evidentemente non condotta violenta, cioè da espulsione diretta. Ecco perché non viene effettuata la review sul monitor a bordo campo”. Quindi, stando alla ricostruzione dell’ex arbitro, il VAR non è intervenuto in quanto convinto che la sbracciata di Gatti su Folorunsho non sia da rosso e quindi non rientra nei casi in cui l’arbitro deve essere richiamato.