Dopo la qualificazione ai rigori contro il Feyenoord, l’allenatore della Roma Daniele De Rossi ha preso la parola in conferenza stampa per commentare il match
Una qualificazione sudatissima, ma alla fine decisamente meritata. La Roma di De Rossi soffre, riprende il risultato con una magia di Pellegrini e poi si spegne. Ma dal dischetto è (quasi) infallibile e ringrazia un fantastico Svilar.
E nel postpartita, lo stesso Daniele De Rossi non può che essere stanco ma assolutamente raggiante: “Prima o poi questa cosa dei rigori doveva finire. Una spallata a questo fatalismo, il ‘mai na gioia’, frasi su colpe che dobbiamo espiare da 2024 anni. Siamo una squadra forte con giocatori forti. Abbiamo fatto più di 180 minuti nella maniera giusta. Soffrendo a volte, con tante occasioni. Oggi il primo tempo meritavamo di finirlo in vantaggio. Oggi avevo 6-7 giocatori che volevano battere a tutti i costi il rigore. Come a Berlino, dove lo voleva tirare anche Buffon. Ero sereno, ho visto i ragazzi super carichi nel prendersi questa responsabilità”.
Scelta predeterminata sui rigori? “No, perché sapevamo comunque che i tiratori non sarebbero stati gli stessi dei titolari. Abbiamo fatto battere dei rigori ieri, ci siamo soffermati in allenamento. Mancini mi ha detto che Zalewski li segnava tutti. Poi ci soffermavamo anche sul loro stato emotivo, immaginavamo che potevano esserci Aouar, Zalewski e Angelino. Abbiamo dovuto di forza eliminare Angelino che ha un piede meraviglioso. Volevo lo tirasse Nicola, un ragazzo fantastico con una grande personalità e un grande piede. Anche Aouar ha detto subito che lo avrebbe battuto. La panchina ha spinto 120 minuti i compagni. Svilar ne ha parati due e un altro portiere li ha festeggiati come li avesse parati lui. Gli uomini restano, e Rui Patricio è un grande uomo”.
Il suo primo abbraccio a Lukaku dopo una serata storta: che rapporto si è creato? “Il nostro rapporto è meraviglioso. È un professionista incredibile, ha corso come un dannato. Al 120’ ha fatto uno scatto che poteva portarci agli ottavi, così è stato più bello. Ho abbracciato tutti alla stessa maniera. Inizio a voler bene a questi ragazzi, mi sono affezionato, mi hanno accolto in maniera incredibile sia dal punto di vista rumano che dell’allenatore. Mi hanno dimostrato che credono in quello che dico, mi hanno dato fiducia, si buttano, vanno a 2000. Li devo ringraziare. Poi ragazzi sono i sedicesimi, è presto per fare dvd come si faceva prima. Sempre meglio vincere che perdere, comunque meritatamente”.
Le condizioni degli infortunati? “Llorente ha avuto un trauma ma credo non sia nulla di grave. I giocatori sono stanchi e acciaccati. Pellegrini a fine primo tempo sentiva il flessore duro e contratto. Anche di Aouar sono contento, è entrato bene e con qualità, va più forte in partita che in allenamento. Ci sono questi giocatori, che magari in allenamento non fanno gridare alla sorpresa ma in partita mi piace di più. Sono contentissimo, perché è un ragazzo eccezionale”.
Hai superato anche l’ultima interrogazione per sapere se De Rossi può essere l’allenatore della Roma? “Gli esami non finiscono mai, vale sempre. Io non mi sento sotto esame. Ai ragazzi per motivarli parlo di volontà. Dico ‘Siete disposti a scattare al 110% senza sapere dove dovete arrivare?’. Scatta! Fino a dove? Tu scatta. Io devo scattare, non penso a quanto durerà. Mi sto godendo questo lavoro che mi piace tanto. Già dover pensare al Torino mi scoccia, perché dobbiamo goderci un po’ di gioia. Non riempiamo il Circo Massimo per aver vinto stasera, ma va assaporata un po’ di gioia. Non è l’esame che mi rende felice, ma averlo condiviso con i miei giocatori e la mia famiglia adottiva che sono i tifosi della Roma”.
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