Le parole di un furente Claudio Lotito dopo la bruciante sconfitta contro il Milan e le polemiche roventi per l’arbitraggio di Di Bello
La Lazio esce di nuovo sconfitta da una partita chiusa addirittura con tre espulsi e una tensione alle stelle all’Olimpico. Il Milan passa 1-0 col gol di Okafor, ma i biancocelesti recriminano per la direzione arbitrale di Marco Di Bello nel mirino di Sarri e di tutto lo stadio.
Nel postgara le parole non è intervenuto il tecnico, ma il presidente Claudio Lotito che si è scatenato in una conferenza stampa fiume da quasi mezz’ora: “Il tema è quando un sistema non garantisce più affidabilità uno si rivolge ad altre sedi. Se tu lavori in una società e ti senti defraudato, prima cerchi di correggere internamete, poi ti rivolgerai a una struttura terza. Tutto l’impianto complessivo non garantisce più i bisogni del campionato di Serie A e la Lega non a caso vuole uscire dal sistema. Quando si verificano in modo reiterato alcune situazioni viene meno il merito sportivo. La partita l’hanno vista tutti. Per essere considerata tale deve essere la prima cosa il merito. Poi c’è il fato, la fortuna. Ma quando c’è una storia di una morte annunciata, il quadro cambia. Errare è umano, perseverare è diabolico. E non è la prima volta, e parlo del sistema in generale e non solo della Lazio. Non è più in grado di garantire la propria affidabilità, e se non hai una cosa che non ti garantisce la possibilità di raggiungere certi obiettivi ti rivolgi altrove”.
Cosa dire ai tifosi della Lazio? “Se sto qui lo sto facendo per tutelare la squadra. Se fossero venuti gli addetti ai lavori avrebbero avuto un comportamento dialettico completamente diverso. Io in quanto capo devo portare avanti un comportamento in linea col rispetto delle regole mettendo in evidenza le lacune. Chi subisce queste violenze si deve rivolgere in altre sedi, non parlo solo di Lazio ma in generale”.
Chi sono gli organi terzi? “Se lei subisce una violenza a chi si rivolge? Assumiamo il comportamento che assumono tutti i cittadini se la violazione lascia adito a interpretazioni consapevoli e non involontarie. Se lei si sente violentato, ed è quello che è accaduto noi, infatti la squadra ha avuto un trauma di carattere psicologico e pensa ‘cosa è successo?’ Devono essere valutate nelle sedi preposte. Ci sono istituzioni apposite, quelle a cui si rivolgono i cittadini se vogliono far valere il rispetto delle regole”.
In sede di Lega state decidendo di uscire dal sistema: “Abbiamo fatto una delibera. La Lega è composta dalle società, c’è stata una votazione. Non c’è contentezza nella Lega. Lei ha mai visto un sistema dove lei mette i soldi e gli altri decidono per lei? L’ha mai visto? La maggoranza non ce l’ha chi porta i ricavi, ma il sistema si appoggia solo sulla Lega Serie A. Che ora pone dei problemi, di riforme, per garantire una credibilità del sistema. Non decidiamo niente. Prima di parlare di riforme abbiamo fatto delle scelte per rendere trasparente il sistema, che ora non è affidabile. Per fare le riforme servono i numeri e se non ci sono cosa c’è a fare il sistema? Dilettanti 37, Lega Pro 14 fa 51, quindi la Lega decide meno. Allora esci dal sistema. Non ce l’ha obbligato il medico a stare lì. Si danno gli incarichi a un esterno, che se non dà un buon servizio lo cacci”.
E ancora Lotito: “Quando un sistema non funziona devi correggerlo. Abbiamo l’obbligo di fare in maniera di risolvere i problemi, attraverso gli strumenti giuridici preposti. Non facciamo niente a favore di uno o dell’altro. Non è stato un bello spettacolo sportivo, parlo di valori. Lo sport è sempre stato il bene supremo. Durante le Olimpiadi si fermavano le guerre, lo sport era al di sopra di tutto. Nel momento in cui vengono meno questi, quello che chiamano fair play non c’è. Questo coacerbo di situazioni determinano un vulnus sul sistema stesso. Io non devo tutelare posizioni. Io da 20 anni faccio il presidente della Lazio, non perché mi hano eletto ma perché ho messo i soldi. Penso di farlo in maniera trasparante, invece qualcuno vuole decidere con i soldi degli altri”.
“Cosa ho detto alla squadra? Di pensare alla partita di martedì. Ci sono incidenti di percorso, non posso rimproverare niente alla squadra. Ci hanno messo sudore, sangue e lacrime, cuore e orgoglio. Sono usciti prostrati, mortificati, defraudati, violentati è il termine esatto. Qualcuno oggi brinda perché ha vinto, auguri ai vincitori”.
Ci saranno nuovi arbitraggi che determinano i risultati della Lazio? “Va detto a chi fa le designazioni. Io mica faccio il mago. Non è la prima volta che succedono questi episodi. Ho il rigore della logica di Aristotele, quando si vivono certe situazioni non devo valutare io se sono patologiche, occasionali o altro. Non faccio valutazioni, faccio lo spettatore e prendo atto di quello che succede. Se è reiterato ci si pone l’interrogativo e qualcuno dovrà valutare se questo può essere risolto. Il danno economico rimane, certo. La cosa grave è che oltre al danno economico rilevante c’è la credibilità del sistema che è la cosa più importante. Io non faccio considerazioni, valutazioni. Non sto sbraitando contro nessuno. Io lavoro per il sistema, altri lavorano fuori”.
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