Fabio Caressa si è scagliato pesantemente contro Di Bello e ha fatto presagire a qualcosa di importante che potrà succedere al termine del campionato
L’arbitraggio di Marco Di Bello in Lazio-Milan continua inevitabilmente a far discutere. Il presidente Claudio Lotito nel postpartita di venerdì sera era letteralmente una furia, ha parlato addirittura di rivolgersi a terze parti, le “sedi preposte”. Che non è chiaro però quali effettivamente saranno.
Poi c’è l’aspetto strettamente tecnico, con la direzione di gara del fischietto brindisino che non è proprio andata giù ovviamente ai tifosi biancocelesti, al club ma anche a tanti appassionati e addetti ai lavori che si sono scagliati contro di lui. Da Maurizio Pistocchi a Fabio Caressa, che proprio in queste ore è stato durissimo nel commentare la situazione Di Bello: “Deve andare a casa e non arbitrare più. Ha fatto due errori clamorosi, uno a Bologna e uno a Roma. In base a quale regola è un arbitro internazionale? In Europa ha arbitrato al massimo la Conference League, in Italia gli affidano i big match. Lotito si è lamentato pesantemente, credo che a fine campionato sarà una tragedia. Scoppieranno dei casini. A febbraio dicevamo che ci sarebbero stati problemi e adesso siamo a marzo. Quando arriva un presidente che dice di non credere più nel sistema significa che non c’è più fiducia. E in una squadra succede che quando non si ha più fiducia nell’allenatore, viene cambiato”.
Caressa, intervenuto al Club su ‘Sky Sport’, continua senza risparmiare nulla a Di Bello: “Quello tra Maignan e Castellanos è un rigore solare. L’espulsione su Guendouzi è l’arroganza del facciamo come ci pare, l’arroganza di un gruppo di persone che è in difficoltà e invece di mettersi lì a pensare di come poter uscire dalla difficoltà si arroccano sulle loro posizioni elitarie e dicono ‘facciamo come ci pare’. Questo atteggiamento l’hanno avuto Di Bello in Lazio-Milan e Marchetti in Torino-Fiorentina”. L’episodio del rigore non concesso dall’arbitro viene poi commentato anche da Marchegiani: “I bambini si arbitrano da soli. Se succede una cosa così, chi subisce il fallo prende la palla e chi commette il fallo gli dà rigore”. E Di Canio: “Perché c’è qualche dubbio? Non è un pallone conteso. Glielo sposta Florenzi, poi Maignan gli frana addosso, non permette a Castellanos di pressare Gabbia”.
E ancora Caressa: “Voi avete fatto un altro sport. Come si chiamava? Calcio. Il problema è che gli arbitri stanno arbitrando un altro sport. Ogni domenica cambiano idea su una cosa. Non c’è una linea precisa, ogni domenica c’è l’aggiustamento. E poi quando fai cosi hai sempre ragione, perché se c’è l’incertezza te la giri come ti pare”. Marchegiani rincara la dose: “È stato un arbitraggio spietato, con il regolamento in mano. Un arbitro deve capire il senso del gioco. Gli errori di venerdì sono perché non c’è buon senso, non si sforzano di entrare nel senso del gioco”.
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