Il Brighton di De Zerbi torna va via con le ossa rotte dall’Olimpico, dove perde 4-0 contro la Roma: le parole del manager degli inglesi in conferenza
Lo scontro tra italiani, tra allenatori emergenti, lo vince nettamente Daniele De Rossi. Il Brighton esce con le ossa frantumate dal duello con la Roma all’Olimpico, perdendo 4-0 e mettendo un piede fuori dall’Europa League.
Roberto De Zerbi è tornato a parlare nel postpartita in conferenza stampa:
Cosa ha detto ora a De Rossi? “L’unica cosa positiva è che ho perso con un amico, pensa se perdevo con uno che mi stava antipatico”.
Sulla partita. “Abbiamo perso contro una squadra più forte. Voi parlate di numeri, di occasioni, di sistema, ma c’è una cosa che non sapete perché non avete fatto i calciatori. L’abitudine a giocare queste partite. La Roma è diventata forte, guardo le partite, i giocatori oggi in campo erano già forti calcisticamente quando li affrontavo in Italia, ma ora lo sono anche mentalmente e sono abituati a giocare certe partite. Ha spostato il secondo gol sì, ma soprattutto l’abitudine a giocare. È una giornata in cui voglio più bene ai miei giocatori. Nessuno di loro ha giocato a più del 25% del loro potenziale. Magari avremmo perso lo stesso, magari con lo stesso risultato ma non credo, di sicuro sarebbe stato diverso. Questa giornata insegna a tutto il club, a partire dal presidente che migliorerà nell’organizzazione per gestire il periodo da gennaio a marzo se capiterà ancora di giocare un ottavo, soprattutto nella gestione del mese di gennaio. Oggi tutti escono con grandi rimpianti e quando hai rimpianto ti migliora, perché la volta successiva sai cosa ti aspetta. Poi si può parlare di occasioni, abbiamo perso meritatamente contro una squadra molto forte di testa e anche in campo, ma qui scopro l’acqua calda”.
L’inesperienza era anche non aver capito che non bisognava correre altri rischi visto che c’è il ritorno? Avete interpretato male la partita? “Abbiamo vinto con Arsenal, Liverpool e United. Il problema non è tattico, la verità è che il Brighton a Marsiglia era sotto 2-0 e l’abbiamo ripresa. Con l’AEK abbiamo vinto e ho detto che non avevamo meritato. Facciamo fatica a gestire questo livello, perché non è mai stato questo il nostro livello, in questi stadi e in un ottavo di finale. Di solito al riscaldamento esco a osservare, facciamo controllo e passaggio, lì avevo già capito tutto. Prima di riuscire in campo ho parlato 5 minuti di questo aspetto, non cado dalle nuvole, è una cosa normale che ci sta nel calcio”.
Oggi l’inesperienza ha pesato anche sul vostro portiere? “Sì, su lui e tutti i miei big. Perché Steele non è abituati a giocare queste partite, così come Dunk. La situazione del secondo gol della Roma, di Lukaku, Dunk fa queste chiusure contro giocatori come Isak e Haaland. Era in vantaggio, forse questo ha pesato la partita e l’inesperienza. Poi anche su Gross, su Gilmour, su parecchi giocatori”.
Come preparerete psicologicamente le prossime partite con Nottingham e Roma? “Non è la prima volta che perdiamo così e i giocatori hanno sempre risposto bene. Non stiamo facendo tanti gol, è un dato importante, nonostante le tante occasioni. In Premier possiamo lottare per qualificarsi di nuovo in Europa. Difficile per 14-15 giocatori scendere in campo ogni tre giorni, soprattutto se non siamo abituati”.
Come si sente Dunk dopo gli errori? Sarà difficile che torni al suo livello? “Adesso erano tutti dispiaciuti. Tutti sanno che abbiamo fatto meno di quello che facciamo di solito. Dunk è sempre stato un esempio e continuerà a esserlo. Col Fulham l’ho tirato fuori nel secondo tempo proprio perché le sta giocando tutte e fa fatica a reggerle tre partite e 90 minuti. In leadership e carattere non ho nessun dubbio”.
Può dire qualcosa ai suoi tifosi che oggi erano tantissimi, anche in relazione alle news su due tifosi inglesi accoltellati? “Questa notizia mi dispiace, perché sono miei tifosi e perché sono stati feriti nel mio paese, questo mi fa ancora più male. I tifosi li abbiamo sempre resi orgogliosi, sanno cosa hanno dato i giocatori e cosa stanno dando, ma è difficile tenere questo livello. Sotto il punto di vista dell’impegno nessuno può dire niente a questo gruppo”.
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