Minacce ad arbitro e avversari, maxi stangata e stagione finita

Il Giudice sportivo non concede attenuanti: arriva la maxi stangata dopo le frasi minacciose, la stagione è già finita

Niente attenuanti e stagione che passa già in archivio. Troppo grave il comportamento tenuto al termine del match perché potesse essere in qualche modo ‘graziato’.

Minacce all'arbitro: maxi squalifica
Logo Figc (LaPresse) – Calciomercato.it

Il giudice sportivo ha emesso al sua sentenza su quanto accaduto al termine di Tivoli-Campobasso con il dirigente Alessandro Battisti della squadra di casa protagonista negativo: per lui la stagione si è già conclusa con la squalifica fino al prossimo 30 luglio 2024. Una stangata senza precedenti, dovuta al comportamento avuto dal direttore sportivo  durante il match che ha visto gli ospiti vincere per 2-0 e consolidare il primato in classifica.

L’episodio va in scena durante la prima frazione di gioco quando il dirigente, contrariato per una decisione del direttore di gara, invita i suoi calciatori a lasciare il terreno di gioco. In questa circostanza, il direttore sportivo del Tivoli si avvicina con fare minaccioso –  stando a quanto contenuto nel comunicato del giudice sportivo – alla panchina avversaria, insultandone i componenti.

Maxi squalifica per minacce ad arbitro e avversari

Sanzionato dall’arbitro, gli si avvicinava con fare minaccioso e successivamente nel lasciare il terreno di gioco,  tornava ad avvicinarsi all’allenatore della squadra avversaria con fare intimidatorio profferendo espressione offensiva ai tesserati del Campobasso.

Minacce all'arbitro: maxi squalifica
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Per questo motivo è arrivata la squalifica fino al 30 luglio 2024, ma potrebbe anche esserci una decisione drastica da parte del Tivoli. La società, infatti, ha diramato un comunicato per spiegare che si valuterà se proporre reclamo “dopo aver attentamente esaminato i referti e gli atti ufficiali di gara” e inoltre, per ribadire “che il proprio stile e la propria moralità, serietà e rettitudine non ammettono deroghe, tanto meno da parte dei propri tesserati”.

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