La Juventus è passata dalle aspettative di inizio stagione alla conta dei punti di vantaggio per la Champions: Allegri è in caduta libera
Si parte dalla fine, per poi ricostruire tutto quello che ha portato la Juventus nella situazione in cui si trova. I bianconeri ieri hanno centrato un pareggio interno contro l’Atalanta, accolto come un successo da Massimiliano Allegri che ha dichiarato che in questo modo la Juve ha tenuto a distanza i bergamaschi e ha guadagnato 1 punti sul Bologna. Questo perché l’obiettivo stagionale che non può essere fallito è arrivare tra le prime quattro, altro che scudetto.
Ma come ci si è arrivati a sentire l’allenatore del club più prestigioso d’Italia esultare per aver guadagnato un 1 punto sul Bologna? Una squadra che, peraltro, ha perso contro l’inarrestabile Inter giocandosela alla pari e che nel turno precedente ha battuto in rimonta proprio l’Atalanta a Bergamo. Anche Fabrizio Ravanelli, che in materia di Juventus qualche credibilità ce l’ha, non ha apprezzato queste dichiarazioni del tecnico livornese perché sono un invito alla mediocrità, che in casa Juventus dovrebbe essere una parola bandita. Ora, facciamo un salto indietro al 27 luglio 2021, quando Massimiliano Allegri veniva presentato in conferenza stampa al fianco di Andrea Agnelli.
L’allora presidente Andrea Agnelli in quella torrida estate del 2021 giustificava il ritorno di Allegri a Torino con queste parole: “È l’allenatore della Juventus perché ha la credibilità per scrivere un capitolo completamente nuovo”. E così è stato fino ad ora: certamente non era immaginabile che in un triennio non solo non si aggiungesse nemmeno un trofeo in bacheca, ma che ogni anno si dovesse ripartire da zero. Il più grande vulnus della gestione Allegri è che non si è costruito praticamente nulla.
Ora torniamo alla scorsa estate, raggiunta dopo una stagione stremante per tutto quello che ha coinvolto la società e che si è ripercosso sulla squadra con un pesantissimo -10 in classifica. Giocare senza le coppe, però, era presentato da tutti come un vantaggio per il campionato, dando ad Allegri e al suo staff la possibilità di preparare le partite in un’intera settimana. Alla 28esima giornata, tuttavia, ritroviamo una Juventus che ha totalizzato 1 punto in meno rispetto a quella dell’anno scorso allo stesso punto della stagione. Un dato che sedimenta ancora di più la sensazione di trovarsi di fronte ad un’altra annata al di sotto delle aspettative, al di sotto del prestigio che quella maglia a strisce bianconere porta con sé.
In questa stagione, per amore di verità, il tifo bianconero è tornato a respirare un’aria più ambiziosa per qualche mese, restando aggrappata all’Inter e provando ad immaginare anche un possibile sorpasso. In quelle 21 giornate la forza della squadra era stata la fase difensiva, con 12 clean sheet centrati, mentre davanti la fatica nel sbloccare le partite o trovare il gol è stata una costante dell’intera annata. Nelle ultime 7 giornate la squadra ha smarrito quella forza difensiva e sono venuti a galla tutti i limiti offensivi della proposta di gioco di Allegri: 11 gol subiti, 3 pareggi, 3 sconfitte e 1 sola vittoria, arrivata peraltro in extremis contro il Frosinone in casa. La classifica di rendimento delle ultime 7 giornate di Serie A vede la Juventus al 15esimo posto a pari dell’Udinese (16esimo): solamente Sassuolo, Lecce, Frosinone e Salernitana hanno fatto meno punti dei bianconeri.
La caduta è rovinosa e i ragionamenti della società e della proprietà (ieri John Elkann era presente allo Stadium) riguardo alla conferma di Allegri sono inevitabili. In questo disastro perfetto che sono stati gli ultimi mesi, vanno inserite anche le dichiarazioni di Branchini, che non hanno certo aiutato a rasserenare un ambiente e che hanno dato l’impressione di un allenatore sempre più nervoso. Il ritorno di Allegri alla Juventus con un quadriennale doveva essere percorso di crescita, invece si è tramutato in un’inarrestabile discesa.
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