Da tempo il rapporto tra Sarri e Immobile è logoro: qualche giorno fa lo screzio con Luciano Moggi, ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso
La giornata a Formello è stata parecchio movimentata e non solo per il pesante ko interno con l’Udinese di ieri sera. L’ennesimo flop ha infatti portato Maurizio Sarri a presentare le dimissioni da allenatore della Lazio, in attesa che queste vengano accettate dal presidente Lotito. Alla base della decisione del mister tanti motivi, a partire dal fatto di non avere più – come si dice – la squadra in mano.
Significa sostanzialmente che lo spogliatoio non recepisce più il ruolo e le indicazioni del mister. Le dichiarazioni di Martusciello (Sarri era squalificato) nel postpartita di ieri sono suonate come una resa, evidenziando tra l’altro una confusione importante. “Serve entusiasmo per fare il nostro calcio, non so se la squadra ci crede ancora“, ha detto in conferenza stampa. Da qualche settimana, forse da mesi, il tecnico biancocleste fa capire di non riuscire a invertire la rotta. La quarta sconfitta consecutiva ha fatto prendere definitivamente coscienza a Sarri di non avere le armi in questo momento per uscirne. Questo anche e soprattutto perché il rapporto con lo spogliatoio è ai minimi termini, in primis con i cosiddetti veterani, o senatori che dir si voglia. Per questo ha deciso di farsi da parte: “Se il problema sono io, queste sono le mie dimissioni”. Grosso modo deve essere andata così. La squadra appunto non lo segue, corre tantissimo (più di tutti in Serie A) ma in maniera totalmente confusa. E davanti alla porta si spegne la luce. Succede anche a Ciro Immobile, che di questi rapporti tesi con Sarri è la principale testimonianza.
Nelle ultime settimane tra i due la situazione si è fatta quasi gelida. Il capitano della Lazio non ha sentito di avere la totale fiducia né di essere compreso dal proprio allenatore e di non essere stato difeso abbastanza. Non resta in campo per tutti e 90 i minuti da tre mesi, pur non avendo ormai grossi infortuni o problemi da gennaio. Immobile sa di aver sbagliato troppi gol, ma alle sue spalle non c’è sostanzialmente nessuno in grado di prendere il suo posto. Nell’ultimo periodo ci sono state poi un po’ di scaramucce, sia tra i giocatori che con l’allenatore. “Ci vuole rispetto per un simbolo del calcio italiano”, aveva tuonato l’agente a Calciomercato.it qualche mese fa.
Tensione e nervosismo sfociati nella reazione al cambio di ieri sera: “Siamo sotto 2-1, non capisco…” Un’uscita che non è piaciuta per niente al mister e non a caso Martusciello nel postgara ha preferito non commentare, facendo però capire tutto: “Se parlo rischio di peggiorare, ma avete compreso…” Un gesto che ha scatenato infatti un confronto tra Immobile e lo staff tecnico, portando la situazione al limite tra il 17 e l’allenatore. Nel calderone, come se non bastasse, è finito pure lo screzio tra Sarri e Luciano Moggi, papà di Alessandro, agente del capitano della Lazio: “Fosse rimasto un altro anno saremmo retrocessi”, gli aveva detto l’ex dirigente. “Poco da commentare sulle parole di un radiato”, la risposta del mister laziale. Una serie di episodi che ha portato a queste conseguenze.
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