La Roma non brilla, ma alla fine porta a casa tre punti fondamentali col Sassuolo: le parole nel postpartita di Daniele De Rossi
Anche senza brillare, la Roma conquista tre punti importantissimi nella corsa Champions, soprattutto considerando una prestazione non di grande livello. Ma la magia di Pellegrini basta per vincere e tenere il passo della corsa Champions, rimanendo in scia al Bologna e aumentando il vantaggio sulle altre.
Nel postpartita l’analisi del mister giallorosso Daniele De Rossi:
Pellegrini ha una condizione atletica eccezionale, sembra ovunque, quantità e qualità: c’è un segreto? Cosa è cambiato? “L’ultima volta qui dicevate di Dybala, quindi ho paura a rispondere (ride, ndc). Non lo so, mi chiedete un paragone ma io l’ho visto sempre così. Fa 12 km a partita e ci mette dentro una perla come oggi, non potrei essere più contento dell’apporto che dà quotidianamente nello spogliatoio e a livello calcistico. L’ho visto maturare, da bambino a mio capitano. Ad oggi è perfetto”.
La vittoria più importante? “No, era tanto importante proprio perché ce ne sono state altre prima. Non è mai facile fare questo filotto, era importante perché nella mia carriera da calciatore ho fatto belle galoppate, anche da 12 vittorie, non tutte le vinci massacrando gli avversari. Ci stanno anche loro. Il Sassuolo ha giocatori veramente forti, al di là della classifica. Erano ben chiusi, ripartivano troppe volte anche per colpa nostra. La vittoria è tanto importante, meritata, che ci fa andare verso la sosta con positività. Un pareggio sarebbe stata una mazzata”.
Infortunati? “Spinazzola ha sentito indurirsi il muscolo, vedremo. Non sembrava disperato, ma a volte la prima sensazione non è quella definitiva. Dybala ha una piccola lesione, dovrebbe rientrare velocemente. Facciamo gli scongiuri, ma dovremmo averlo dopo la sosta”.
Scelta tecnica far partire Aouar invece di Baldanzi? “Baldanzi è uno degli interpreti più simili a Dybala, quel ruolo lo ricopre bene. Aouar sta facendo grandi miglioramenti, anche dal punto di vista di quanto riconosce quello che gli chiedo, è stata una scelta tecnica. Baldanzi era uscito con un alluce gonfio a Brighton, è stato un insieme. Ma Aouar non c’entra col primo tempo moscio”.
Cosa ha cambiato nell’intervallo? “Abbiamo parlato a fine primo tempo. Sapevamo che si sarebbero chiusi, a volte chiedi pazienza senza sprecare palloni. A volte abbiamo avuto troppa pazienza, bisogna tenere palla ma se torni indietro è sterile. Se un compagno ha la palla noi dobbiamo andare, non c’è stata la profondità. Poi gli ho detto una cosa che non dirò mai più. Ho detto ‘perdiamola, voglio perdere ma almeno giochiamola’. Era soporifera la cosa, poi c’è stata la giocata di un giocatore incredibile”.
Dove si può migliorare? “Su tutto, sul riconoscere la differenza tra le partite, tra possesso palla e costruzione, continuare a spingere sui tasti toccati in questi due mesi. Mi piace come si riconoscano in campo, ma non deve legarci alla costruzione e al possesso palla, che è fastidioso per gli avversari. Lavoreremo sull’aspetto atletico, recupereremo qualche giocatore come Smalling e Sanches. Stavolta la sosta ci dà una mano. Anche perché non ho un’esperienza decennale, sono arrivato il 16 gennaio, per me è un frullatore per il livello della Serie A e perché questo posto per me è diverso. Ho fatto tante cose, ho trovato giocatori fantastici e disponibili, la società mi ha spalleggiato in qualsiasi richiesta”.
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