In seguito alla sua introduzione nella Serie A TIM 2017-18, e precisamente è stato impiegato per la prima volta in Juventus-Cagliari, il VAR è sempre stato oggetto di grandi discussioni in televisione e nelle massime istituzioni.
La tecnologia è entrata in gioco con lo scopo di migliorare effettivamente il mondo del calcio, cercando di ridurre o addirittura annullare definitivamente gli errori arbitrali.
Tuttavia, i tifosi e le società hanno cominciato sin da subito a manifestare il loro malcontento per l’uso troppo confusionario del VAR, ragion per cui è stato messo – almeno inizialmente – in discussione il suo utilizzo. Per utilizzare un termine tanto caro alla psicologia, si potrebbe affermare che attualmente il protocollo del VAR quando funziona incrementa il generarsi di uno stato dissociativo all’interno del sistema calcio.
La domanda che ci si pone, dunque, è: il VAR ha migliorato oppure no questo sport?
Come anticipato, l’obiettivo del VAR è sempre stato quello di ridurre gli errori arbitrali al minimo per non indirizzare le partite ufficiali, eppure paradossalmente le polemiche non sono state azzerate.
Le società delle squadre di Serie A TIM e degli altri principali campionati europei si sono espresse a più riprese per contestare l’uso improprio della tecnologia in campo, sottolineando come la maggioranza degli arbitri impieghi il suddetto strumento in maniera troppo soggettiva.
Alcuni grandi ex arbitri del nostro campionato si sono espressi proprio sul tema in questione; ad esempio, Rizzoli nel 2019 ha evidenziato che il VAR è un aiuto, e non bisogna perciò averne paura, ma al contempo non possono essere eliminate le polemiche perché ognuno ha la sua personalissima idea a riguardo.
Di recente, invece, Gianpaolo Calvarese ha rilasciato delle dichiarazioni parlando degli scenari futuri della tecnologia nel calcio e di come il VAR possa essere un supporto per l’arbitraggio; a tal proposito, si consiglia di leggere l’articolo di ExpressVPN sulla tecnologia del VAR nel calcio, nel quale sono state riportate le parole dell’ex arbitro di Serie A.
Un’altra figura importante in ambito nazionale e internazionale che si è espressa sul tema VAR è Marcello Nicchi, il quale nel 2017 disse di dare fiducia alla videoassistenza poiché è in grado di azzerare le polemiche.
Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha enfatizzato i pregi della tecnologia sostenendo la tesi di un calcio più giusto e di arbitri maggiormente protetti. Nonostante un sentimento di fiducia generale, negli ultimi anni ci sono stati numerosi episodi contestati e il clima è stato più volte acceso, minando la credibilità degli arbitri.
In Serie A ci sono stati tantissimi episodi contestati nel corso delle stagioni passate, e gli errori clamorosi del VAR non sono mancati. Ad esempio, basti ricordare il rigore non dato al Torino nella partita casalinga con l’Inter a seguito dell’evidente contatto falloso tra Ranocchia e Belotti, o al contrario il rigore assegnato al Venezia nella partita contro il Bologna per un presunto fallo (non si capisce quale) di Medel su Aramu.
I singoli episodi sono stati davvero tanti, solo che alcuni sono ancora più evidenti di altri e sono rimasti fissi nella memoria collettiva; è il caso del gol in rovesciata annullato a Di Francesco nel derby toscano Empoli-Fiorentina, per un tocco ancora oggi non visibile di Pinamonti sul portiere viola.
Uno dei momenti più surreali è stato il gol in netto fuorigioco di Acerbi in Spezia-Lazio, quando in sala VAR si traccia erroneamente la linea del fuorigioco non vedendo che il difensore è ben oltre il portiere dello Spezia. L’arbitro assegna il gol, ma tutti restano increduli, tant’è che si è tentata la via del ricorso per rigiocare la partita.
Insomma, gli errori arbitrali inizialmente sono stati numerosi nonostante ci fosse il supporto del VAR, e il regolamento interno è stato chiaro fin dall’inizio: se l’arbitro di campo sbaglia, non accumula punti. Dunque, a causa di tale regola ci sono probabilmente stati più errori, poiché l’addetto alla videoassistenza in alcune occasioni cerca di mascherare lo sbaglio commesso dall’arbitro di campo.
Rendere il calcio un qualcosa di “oggettivo” non è possibile, bisogna entrare in quest’ottica. Al netto anche di quello che è stato evidenziato da Calvarese nell’intervista sopracitata, bisogna assolutamente fidarsi dell’evoluzione della tecnologia e del suo futuro supporto all’arbitraggio. Ciononostante, in passato e ancora oggi le immagini dei replay sembrano avere assunto un valore maggiore rispetto alla percezione della realtà in campo, specie per quanto riguardo l’intensità di certi interventi in area di rigore.
I fuorigioco ormai sono stati affidati completamente all’occhio imparziale della tecnologia, e non c’è discussione che tenga. Ma tale risultato è stato raggiunto soltanto in seguito agli episodi negativi descritti poc’anzi, a dimostrazione di come e quanto la pazienza possa giovare a tutti.
Peccato che, invece, in molte occasioni si provi a interpretare le immagini del VAR per avere ragione, e alcuni allenatori non casualmente hanno dichiarato di essere vittime del Sistema per non si sa bene quale complotto. Non bisogna però perdere fiducia, poiché la tecnologia della videoassistenza ha già migliorato e continuerà a migliorare il calcio.
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