Paulo Dybala in estate entrerà nel suo ultimo anno di contratto con la Roma, tra la clausola e il cambio nei quadri tecnici e non solo
L’arrivo di De Rossi sulla panchina della Roma ha rivitalizzato tutta la squadra, che ora viaggia a ritmi da Champions League e ha recuperato punti su punti a tutte le avversarie. Adesso i giallorossi sono sopra l’Atalanta e a 3 punti dal quarto posto, ai quarti di finale di Europa League dopo aver superato Feyenoord e Brighton. Non due ostacoli insormontabili, ma di certo non due passeggiate. Soprattutto ha trasformato più di un calciatore, che fino a 16 di gennaio sembrava il fantasma di se stesso. Spinazzola, lo stesso Leo Paredes citato anche ieri da Spalletti, Celik. E ancora Lorenzo Pellegrini, capitano tornato decisivo con sei gol in tutte le competizioni negli ultimi due mesi, con una forma smagliante.
Così come lo è stato anche Paulo Dybala in queste settimane, letteralmente trascinatore di questa Roma insieme al 7. L’argentino ha giocato 10 delle 13 sfide con DDR, segnando qualcosa come 8 gol: fino a gennaio ne aveva segnati solo sei, tra campionato e Coppa Italia. Ma soprattutto la Joya ha mostrato una condizione fisica a dir poco invidiabile, giocando cinque partite consecutive da titolare. Poi il riposo a Frosinone e altre cinque di fila dal primo minuto. Dybala ha saltato la sfida col Sassuolo per una lieve lesione all’adduttore, comunque roba di poco conto, che non gli dovrebbe far saltare altre partite grazie alla sosta. Secondo Francesco Totti, però, la Roma non dovrebbe confermarlo a prescindere: “È un top player, ma dipende cosa vuole fare la società e quali obiettivi ha. Se un giocatore ti fa 15 partite all’anno, io che sono un dirigente, ci penserei. Se ho un obiettivo importante da raggiungere e ho uno dei giocatori più importanti che gioca un terzo delle partite, una riflessione la faccio”, ha detto a ‘Il Messaggero’.
Parole di certo non banali, che rappresentano magari un paradosso visto che Dybala in questa stagione ha giocato 28 partite su 41 totali: delle restanti 13 gare senza minuti solo 9 sono quelle saltate per infortunio e non per squalifica o turnover. “È anche una questione psicofisica”, aveva detto De Rossi in una conferenza stampa prepartita durante il periodo di forma eccezionale del suo numero 21. Sintomo che se Paulo sta bene anche di testa ed è nelle condizioni ideali, migliora anche la sua forma diminuendo gli infortuni. La Roma di base non ha grossi dubbi, però, se confermarlo o meno.
A fine stagione, in base anche a chi saranno allenatore e direttore sportivo, società e calciatore torneranno a parlare del contratto di Dybala e di un eventuale rinnovo. Ad ora la scadenza è fissata al 2025, per cui una direzione bisognerà prenderla per forza. Facendo sempre attenzione alla questione clausola, valida nel mese di luglio, che permette a un club estero di portarsi a casa l’argentino con un esborso minimo di 12 milioni. Il pericolo è sempre dietro l’angolo, con l’Arabia Saudita che è pronta a tornare alla carica e la Premier che osserva ma per ora solo da lontano. Dybala ha compiuto 30 anni, non è ovviamente ‘vecchio’ ma non è neanche un giovane rampante: a Roma si trova benissimo, è amato e coccolato, al centro di tutto.
Per uno come lui, soprattutto visti i motivi dell’addio alla Juve, è fondamentale. Se andare all’estero, allo stato attuale, lo deciderà lui. Se invece ci sarà una squadra italiana intenzionata a pagare 20 milioni, sarà in questo caso la Roma a scegliere, potendo annullare la clausola con un ritocco importante dell’ingaggio. In giallorosso Dybala resterebbe anche volentieri, soprattutto con la Champions League, e a sua volta a Trigoria – in primis De Rossi che sembra sempre più vicino alla permanenza – lo confermerebbero senza pensarci troppo, ‘nonostante’ quello che dice Totti. Ma, dalla clausola al nuovo direttore sportivo e all’Arabia, le incognite e le variabili sono davvero tante per avere delle certezze sul suo futuro.
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