Non è solo la questione Acerbi-Juan Jesus a tenere banco: c’è un’altra situazione in evoluzione che incombe sulla Serie A
Il presunto insulto razzista di Francesco Acerbi a Juan Jesus durante la partita di domenica scorsa tra Inter e Napoli, terminata col punteggio di 1-1, occupa tutte le discussioni calcistiche, e non solo. Ancor di più per la portata della questione nei giorni in cui il campionato è fermo a causa degli impegni amichevoli della Nazionale Italiana di Luciano Spalletti.
Della spedizione partita per gli Stati Uniti non fa parte, appunto, il calciatore nerazzurro, sostituito prima della partenza da Gianluca Mancini, difensore centrale della Roma di Daniele De Rossi. Il giudice sportivo ha deciso per un approfondimento delle indagini sulla questione, prima di emettere un verdetto. Acerbi rischia una squalifica monstre, minimo dieci giornate di squalifica, che gli potrebbe costare anche l’Europeo, in programma in estate in Germania, oltre a dover, poi, capire come si muoverà l’Inter. Ma non è la sola questione che tiene banco, come detto.
Si torna a parlare, infatti, anche di Antonio Giraudo, direttore generale della Juventus all’epoca del caso denominato ‘Calciopoli‘ che portò, tra le altre cose, i bianconeri in Serie B. L’ex dirigente ha posto al Tribunale amministrativo del Lazio la questione di incompatibilità della legge 280/2003. Se dovesse essere data ragione ai suoi legali, verrebbe messo in discussione tutto l’impianto che regge attualmente la giustizia sportiva italiana. Ai microfoni di ‘Radio Radio’, l’Avvocato Roberto Afeltra, ha espresso il suo parere su questa situazione: “Qui sta passando incredibilmente sotto silenzio, ma dal 14 marzo è in riserva presso il tribunale amministrativo regionale la decisione sul caso Giraudo, dove è in valutazione se la clausola compromissoria che regge tutta la giustizia sportiva italiana sia ancora valida o meno. Con il preliminare che già la commissione europea ha detto che quella norma è illegittima. Io sto aspettando di capire come il sistema potrà reagire”. Si attende, dunque, la decisione del Tar che può sconvolgere, o meno, l’intero sistema calcistico italiano.