Il caso Acerbi tiene banco e lo scenario dell’avvocato ora spaventa: “Il reato di razzismo prevede anche uno o due anni di squalifica”
Il tema più caldo di questi giorni continua ad essere quanto successo tra Francesco Acerbi e Juan Jesus in Inter-Napoli. Certo, la sosta delle nazionali non aiuta il difensore nerazzurro a stemperare gli animi sulla vicenda, sopratutto perché l’accusa è tra le più gravi in cui si può incappare: quella di razzismo.
Sono continui gli sviluppi di questa vicenda, dal comunicato del brasiliano fino al confronto tra Acerbi e la dirigenza nerazzurra. Il difensore della Nazionale, che è stato escluso da Spalletti dai prossimi impegni degli Azzurri, continua a ribadire di non aver pronunciato frasi di stampo razzista e di essere stato frainteso da Juan Jesus al quale avrebbe detto: “Ti faccio nero“. Intanto, però, dal mondo della giurisprudenza sportiva si paventano scenari anche piuttosto pesanti se dovesse essere condannato per razzismo.
Intervenuto ai microfoni di Radio Radio, l’avvocato Roberto Afeltra -esperto di diritto sportivo- ha tratteggiato uno scenario che rischierebbe di compromettere la carriera di Francesco Acerbi.
L’avvocato ha dichiarato: “Il reato di razzismo è gravissimo e infatti prevede una pena minima di 10 giornate, ma si può arrivare anche a uno o due anni di squalifica“. Ecco, se dovesse essere punito col pugno duro, a 36 anni Acerbi rischia di subire una squalifica che potrebbe perfino porre fine alla sua carriera da calciatore professionista. Afeltra, in ogni caso, spiega per bene perché serve massima cautela: “Proprio perché è così grave, la prova deve essere a sua volta gravissima. Quindi deve esserci per prima cosa che il fatto sussista, altrimenti dovrebbe essere prosciolto. Essendo una cosa grave che non consente le attenuanti generiche né il patteggiamento, la prova deve essere rigorosamente raggiunta. Il fatto deve essere accertato”. Sarà fondamentale riuscire a provare che c’è effettivamente stata una frase a stampo razzista. Afeltra conclude: “Non è sufficiente che lo dica Juan Jesus, perché non è una fonte ufficiale di prova. Se lo avesse scritto l’arbitro La Penna quello si che sarebbe una fonte di prova. Juan Jesus è un teste come lo sono gli altri”.
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