Ha alternato momenti straordinari, in cui riusciva a fare gol anche solo col respiro, a momenti anche lunghi dove non la metteva dentro nemmeno a porta vuota. Ma pure sotto questo aspetto, il capitano dell’Inter è cresciuto tantissimo
Le pause per le Nazionali sono una delle cose più tristi del calcio. A maggior ragione quella in corso, visto che le partite che si sono disputate e le altre in programma non avranno nulla in palio. se non qualche punto per il ranking che, francamente, al tifoso medio importa zero. Nonostante il piattume generale, qualcosa comunque si può evidenziare. Il cosiddetto pelo nell’uovo. Pensiamo, per esempio, a Lautaro Martinez.
Cresciuto in maniera esponenziale nelle ultime due stagioni, il capitano dell’Inter continua però a stare a secco con la maglia della sua Argentina. Non segna da un anno e mezzo, 16 partite. L’ultima marcatura con l’Albiceleste risale infatti al 24 settembre 2022, contro l’Honduras in amichevole. La penultima l’ha invece realizzata all’Italia, il 1° giugno 2022, nella Finalissima che metteva di fronte i Campioni del Mondo in Qatar (0 reti di Lautaro) con quelli d’Europa di Roberto Mancini.
Dopo la sfida con El Salvador, dove il numero 10 nerazzurro ha fornito a Lo Celso l’assist del definitivo 3-0, il CT dell’Argentina Scaloni ha preso le sue difese: “Lautaro non mi preoccupa perché lui fa gol nella sua squadra e lo farà anche con noi. Ha fatto una buona partita, non solo a livello di movimento. Chiaramente un attaccante vuole fare sempre gol e, quando non ci riesce non va bene, ma siamo tranquilli”.
Lautaro è un competitivo, uno che ha fame di vittorie e, come tutti gli attaccanti di razza, di gol. Immaginiamo, quindi, che l’astinenza possa generare rabbia e un po’ di frustrazione, cose che ha palesato dopo la gara con El Salvador, in risposta alle critiche non tenere che sta ricevendo nel suo Paese.
“Come sto vivendo questa astinenza? Con calma. Come ho sempre detto, cerco di mettermi in mostra in campo e lascio parlare gli altri. Quello che dicono non mi interessa molto, perché in ogni allenamento dimostro al Ct che sono sempre a disposizione della squadra, per partire titolare o come sostituto tifando i miei compagni dalla panchina. Spero di riuscire a sbloccarmi nella prossima partita (mercoledì 27 contro Costarica, ndr), di sorridere di nuovo e dimostrare a quelle persone che parlano così tanto di me che si sbagliano, perché do sempre il massimo”.
Nella sua carriera, come tanti pari ruolo, Lautaro ha alternato momenti straordinari, in cui riusciva a fare centro anche solo col respiro, a momenti nerissimi – anche lunghi – dove non la metteva dentro nemmeno a porta vuota. Pure sotto questo aspetto è cresciuto tantissimo (quest’anno sta stravincendo la classifica capocannonieri di Serie A), per cui il fatto che non segni da un mesetto scarso (28 febbraio, all’Atalanta) non deve preoccupare i tifosi interisti.
Del resto è proprio con i gol, 23 in 26 partite nell’annata in corso (2 solo in Champions, con il rigore sbagliato a Madrid che farà fatica a dimenticare), che ha sempre ‘risposto’ alle critiche (alcune giuste, altre eccessive) e che sta trascinando l’Inter alla conquista della seconda stella.
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