Igor Tudor, introdotto dal presidente Lotito, si è presentato come nuovo allenatore della Lazio: “Se non faccio bene posso andare via domani”
Si è alzato ufficialmente oggi il sipario sulla nuova Lazio di Igor Tudor, allenatore subentrato al dimissionario Sarri e a Martusciello che ha condotto la squadra per una partita, la vittoria a Frosinone. Oggi a Formello il tecnico croato ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa, presentato ovviamente dal presidente Claudio Lotito, toccando una miriade di argomenti dal modulo ai singoli, Immobile e Luis Alberto in primis. “Si tratta di una bella squadra sotto ogni punto di vista, con ragazzi che hanno la cultura del lavoro, grazie a Sarri. Poi ogni allenatore ci mette del suo. La mia scelta? Si accetta perché è la Lazio. Quello che ho visto da fuori è che qua c’è veramente un progetto, si può venire e lavorare bene. In altre società si parla, ma poi non è così”, le prime parole.
La curiosità è anche sul modulo: “Lo vedremo in corsa, devo valutare. Staremo attenti a farlo in fretta, poi magari in estate si può aggiustare. Prima però priorità a questi due mesi. Io sergente di ferro? No, è una brutta descrizione. Si dev’essere tutto, dare carota e bastone. Io qua in quattro giorni non ho mai dovuto alzare la voce. Poi è normale che i giocatori vanno stimolati, perché possono accontentarsi o addormentarsi. Gli allenamenti sono esigenti”. Tudor è molto sincero e trasparente: “Per me la lunghezza del contratto non ha importanza. Se non lavoro bene posso andare a casa domani. Io vivo nel presente e per il lavoro, se faccio bene resto, sennò vado avanti”. Si è parlato anche di Guendouzi, con cui il mister ha avuto un battibecco al Marsiglia: “Con Matteo ho un ottimo rapporto, è sanguinoso, vuole giocare sempre. Siccome non si possono giocare tutte, ogni tanto succedono cose di campo: niente più, niente meno. Sono contento di ritrovarlo”.
Tra l’altro, Tudor debutterà proprio contro la ‘sua’ Juve: “Conta poco il mio passato, c’è da prepararsi al meglio, trovare le motivazioni. Quando affronti squadre come la Juve c’è sempre grinta. Io martello più però con le piccole”. E ancora su Immoble: “Ciro qui ha fatto la storia, poi succede qualcosa e sembra chissà cosa sia. È un giocatore amato da tutti, poi esce una cosetta e fa subito notizia. Si tratta di un giocatore di cuore, ci ho già parlato e lo vedo voglioso di dare il suo contributo. L’ho visto in panchina tenerci nell’ultima partita, andare subito ad abbracciare i compagni dopo il gol, è una cosa bella. Due attaccanti? Sì, potrebbe succedere! E anche in difesa ho giocatori forti, di livello”. Dopo la doppia sfida con la Juve ci sarà quella con la Roma: “Nessuno ha parlato di derby. Per me le partite sono tutte uguali, poi è normale che il fatto che arrivi tra poco porti emozione e non vedo l’ora di provarle, ma prima abbiamo due partite dure contro la Juve”. E infine su Luis Alberto: “L’importante è che un giocatore sia forte, lui lo è. Può giocare ovunque: mezzala, dietro la punta e anche davanti la difesa se vogliamo essere offensivi. Sono tanti anni che è qua, qualcosa vorrà dire. Lo vedo motivato, orgoglioso, oggi ha fatto un grande allenamento”.
Prima del nuovo allenatore della Lazio a prendere la parola è stato il presidente Lotito, spiegando appunto la decisione di ingaggiare Tudor: “Ho ritenuto che fosse una scelta giusta per guidare la nostra squadra, perché ha le caratteristiche idonee, sia in termini tattici che di stimoli in un momento in cui la squadra ha avuto delle mancanze. Legate più per una mancanza di conoscenza dei propri mezzi e di concentrazione. Non è stata una scelta per tamponare l’emergenza, ma per un progetto nuovo e di rilancio per questa squadra. Il nostro rapporto – chiarisce Lotito – nasce dopo le dimissioni di Sarri, non prima, e dopo una valutazione di altri profili. La mia è una scelta convinta. Ho trovato una persona sana a livello di morale, come me, che non ha retropensieri e che non deve accreditarsi in modo sovrastrutturato, ma lo farà in base a ciò che sarà in grado di dare e portare”.
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