Dalla pazzia per Caicedo al ‘caso’ Levia, l’Era Boehly è iniziata nel peggior modo possibile. I Blues nemmeno l’anno prossimo giocheranno la Champions League
Dal maggio 2022, quando ha acquistato il Chelsea, il consorzio guidato da Todd Boehly ha speso più di 1 miliardo sul calciomercato. Una miriade di soldi buttati, visti i pessimi risultati sul campo. Nel primo anno sono stati cambiati tre allenatori ed è arrivato un dodicesimo posto, nel secondo – che avrebbe dovuto rappresentare il vero inizio di un nuovo ciclo – la squadra affidata a Pochettino arranca all’undicesima posizione, a meno 17 dal quarto posto. Per il secondo anno consecutivo, i ‘Blues’ non disputeranno la Champions League.
Sia chiaro, il progetto sportivo del Chelsea è abbastanza chiaro. E, per certi versi, condivisibile. Investimenti solo su calciatori giovani, anzi giovanissimi di grande prospettiva a cui far firmare contratti molto lunghi in modo da spalmare il più possibile il loro costo a bilancio. Il massimo in Inghilterra è otto anni, ma nei mesi scorsi è intervenuta la UEFA con una norma che consente una spalmatura fino a un massimo di cinque anni, come negli altri Paesi. Una norma-fregatura per il Chelsea, che finora ha speso davvero troppo e male.
Nella scorsa campagna acquisti estiva, i londinesi hanno investito la bellezza di 467 milioni di euro. Gridano allo scandalo i circa 116 solo per Caicedo, un mediano talentuoso ma pur sempre un mediano, vincendo al fotofinish la battaglia col Liverpool; 60 per Nkunku; 37 per Jackson; 28 per il portiere spagnolo Sanchez. Infine, ma abbiamo tralasciato altri nomi, 62 milioni per Romeo Lavia. Il classe 2004 belga ha giocato una sola partita (poco più di mezz’ora) a causa di seri infortuni, con l’ultimo sempre muscolare che ha chiuso in anticipo la sua stagione.
Gli investimenti potrebbero diminuire per consentire al club di rientrare nei paletti del Fair Play Finanziario interno. Servirebbe un rientro grazie alle cessioni, in teoria anche quella di Lukaku, di ben 100 milioni per evitare penalizzazioni da parte dell’organismo che tiene in piedi quel gran carrozzone (pieno zeppo di calciatori modesti strapagati) che è la Premier League.
Chissà che Boehly – che potrebbe lasciare la presidenza nel 2027 – non cambi anche la sua strategia, almeno parzialmente perché con soli giovani, seppur di talento, non puoi pensare di andare lontano. Con la metà di quei 467 milioni, il Chelsea avrebbe potuto prendere due se non tre big della nostra Serie A. Certezze anche per l’immediato come Osimhen, tanto per fare un nome già sulla lista dei ‘Blues’, oppure Calhanoglu e Theo Hernandez. Ma potremmo citare pure Bremer. Perché il segreto per arrivare a traguardi importanti è sempre lo stesso, un mix tra giovani e vecchi o, comunque, calciatori già affermati. Perché senza un grande presente, è difficile se non impossibile avere un grande futuro.
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