“La clausola compromissoria spinge i calciatori della Federcalcio a risolvere le cose all’interno degli organi federali. Cosa dimostrò il caso Marconi-Obi”
“La sentenza va rispettata, ma è andata diversamente da come ci si attendeva”. Lo ha detto a ‘Radio Punto Nuovo’ l’ex Procuratore aggiunto della Figc, Marco Di Lello, in merito all’assoluzione di Acerbi rispetto all’accusa di insulto razzista fatta da Juan Jesus.
“Forse il Giudice della Lega ha ritenuto opportuno potersi distaccare dal massimo organo di Giustizia Sportivo, vale a dire la Corte d’Appello Federale – ha aggiunto Di Lello – Ricorderete il caso Marconi-Obi, il quale aveva fatto giurisprudenza mostrando come fosse possibile punire di razzismo un calciatore seppur in mancanza di prove. Lì bastarono tre fattori che facevano leva sulle prove logiche: il comportamento dell’offeso, per esempio. Fattori che c’erano anche nel caso Acerbi-Juan Jesus“.
“Il principio fondante della Giustizia Sportiva non prevede lo stesso garantismo della Giustizia Penale, per cui questa sanzione è una novità assoluta – sottolinea l’ex Procuratore aggiunto – Se ci fosse bisogno sempre della prova regina per deliberare una sentenza nella Giustizia Sportiva, allora racconteremo quasi o solo di assoluzioni”.
Acerbi-Juan Jesus, Di Lello: “Si potrebbe fare ricorso al Coni, ma andrebbe impugnata da una delle due parti”
Sul possibile ricorso del Napoli o di Juan Jesus, ecco la risposta di Di Lello: “La clausola compromissoria spinge i calciatori della Federcalcio a risolvere le cose all’interno degli organi federali, dunque bisogna chiedere autorizzazione alla stessa Federazione qualora si voglia sconfinare nel penale.
“Si potrebbe fare ricorso al Coni, ma andrebbe impugnata da una delle due parti. Dal punto di vista formale – evidenzia Di Lello al termine del suo intervento – non c’è una persona offesa e, quindi, sarebbe complicato”.