Igor Tudor con la Juve ha escluso tre big assoluti della Lazio, che restano sotto la lente: ecco come l’hanno presa
La Lazio vince la prima partita con Igor Tudor in panchina, centrando tre punti fondamentali nella corsa europea grazie alla rete di Adam Marusic. Una serata che ha segnato appunto l’esordio del nuovo mister e di una formazione totalmente rimaneggiata che ha stupito tutti. Una difesa a tre che poi in alcune situazioni diventava a quattro con Gila praticamente terzino, un Kamada addirittura regista invece che mezzala, esterno sinistro o trequartista. Pedro e Felipe Anderson liberi di svariare partendo dal centro, Marusic a modulare discese e movimenti. Ma soprattutto tre big in panchina come Ciro Immobile, Luis Alberto e Matteo Guendouzi.
Di certo Tudor non manca di coraggio, ma questo lo sapevamo già. Lo spagnolo aveva saltato la rifinitura di ieri, ufficialmente per gestione fisica. Ci stava che non fosse al top, ma le decisioni del croato non sono del tutto ‘casuali’. Anche perché si sapeva fin dai primi giorni che questi tre sarebbero state le questioni più spinose da risolvere. Il francese lo conosceva già, ci aveva anche litigato al Marsiglia anche se poi tutti hanno assicurato che la situazione è tornata alla normalità. Ma Immobile e Luis Alberto sono i due top col futuro ancora da scrivere in questa squadra, reduci da un periodo pessimo e tra i giocatori che ultimamente erano forse più lontani da Sarri. Soprattutto il capitano, che ha sofferto parecchio di essere stato messo così in discussione, dal mister come dalla piazza, nonostante il passato. Lo stesso passato che Tudor ha detto di rispettare, ma senza farsi condizionare.
Il capitano della Lazio non ha mai digerito più di tanto le esclusioni dalla formazione titolare, quella di stasera non ha di certo fatto eccezione, e ha fatto rumore a maggior ragione dopo le parole di ieri da parte del mister su di lui: “L’ho visto voglioso e motivato, in questi due mesi può riconquistare la Nazionale”. Appunto, l’azzurro. Ciro sa che di tempo per convincere in qualche modo (ma è un tentativo disperato) Spalletti ha bisogno di giocare il più possibile, alzando le chance di andare in gol. Per questo non può essere stato contento di partire fuori. Anche perché Castellanos la porta non la sta inquadrando mai. Poi è entrato al 55′, senza incidere granché se non in qualche frangente, ma va detto che la Juve era con 8 uomini in area e facile non era.
Luis Alberto, invece, non sarebbe probabilmente mai entrato se non si fosse infortunato Zaccagni. Il suo peso tecnico nella Lazio è evidente, era un titolare inamovibile e Tudor ha provato addirittura Kamada. Per il 10 vale un po’ il discorso di Immobile, è un altro che non è abituato a stare in panchina e scaldarsi per 25 minuti senza avere possibilità di entrare. Il mister è stato chiaro poi nel postgara: “Il passato lo rispetto, ma azzerare tutto può essere positivo. Voglio bene a tutti, ma la squadra viene prima di qualsiasi cosa, non si discute. Io poi li stuzzico, sta a loro rispondere sul campo e farmi vedere che ci sono”. Un bell’avviso ai ‘naviganti’. Tutti devono conquistarsi ogni minuto in campo, nessuno può campare di rendita. Neanche se sei il capitano e hai segnato più di 200 gol con questa maglia.
Poi c’è la situazione Guendouzi, entrato anche lui nel finale dopo 30 minuti di riscaldamento. Anche lui, dopo essere stato il miglior giocatore della stagione laziale, non l’ha presa benissimo. Eppure è stato subito decisivo con l’assist per il gol di Marusic. E poi cosa ha fatto? Prima di andare a esultare con i compagni si è rivolto verso la panchina dicendo qualcosa in maniera un po’ stizzita. Non è chiaro se verso Tudor. Però è il sintomo che qualcosa non lo ha lasciato proprio contento. Anche se poi l’allenatore lo ha avvicinato dandogli un bacio sulla testa. Bastone e carota, tutto va conquistato col sudore. E va sottolineato comunque che ci può essere stata anche un po’ di gestione sul doppio (anzi triplo) impegno, visto che martedì si rigioca un big match e poi tra sette giorni c’è il derby. Però l’esclusione contemporanea proprio di questi tre calciatori qualche domanda la lascia. Il tecnico dovrà essere molto attento e bravo a gestire queste dinamiche, fondamentali per la compattezza e la serenità dello spogliatoio.
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