Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria nel derby contro la Lazio, il primo da allenatore
Daniele De Rossi fa centro. Al suo primo derby da allenatore, arriva la vittoria per 1-0 grazie al gol di Mancini. DDR per una sera si sbottona e festeggia sotto la Curva Sud con il suo popolo, raggiante come poche volte.
Anche la classifica sorride sempre di più, con la Champions League che è obiettivo alla portata nonostante il brutto 0-0 di Lecce, cancellato in una sera. Le parole di De Rossi in conferenza stampa dopo la stracittadina con la Lazio: “Mi è piaciuto anche quello che abbiamo fatto con la palla nel primo tempo, potevamo essere più pungenti. La squadra ha avuto il pallino e ha subito poco, bene sotto l’aspetto tattico e come temperamento siamo stati fantastici, perfetti. Il derby si gioca così, voglio vedere questo più di tutti. Se non fosse arrivato il risultato gli avrei stretto la mano, si fa il centimetro in più, si è ignoranti e ruvidi, senza fare le cacate che facevo io a volte. La chiesa al centro del villaggio? Ho sentito oggi Garcia, mi ha fatto piacere. Nella conferenza prepartita ho detto che alla prima vittoria ero l’uomo più felice del mondo, oggi non ci sta qualcuno più felice di me, forse mio padre che vede la partita a casa con la copertina
Strada più breve per la Champions è il campionato o l’Europa League? “Sono due tragitti paralleli, proviamo ad arrivarci in entrambi i modi, stiamo ritrovando uomini, se siamo uniti come oggi chi lo sa che non andiamo lontano in Europa e arriviamo anche quarti o quinti, quello che servirà. Andiamo con calma, partita dopo partita. Non pensiamo a quelle dopo, ma con calma, dobbiamo preparare una partita per volta. Un mio grandissimo amico una volta mi ha detto una frase su questo: “Quando sarà, saremo”. E oggi noi siamo stati, questa è la strada per fare punti. Abbiamo poi la rogna di avere tante squadre forti che corrono, in un mondo normale il Bologna è decimo e noi quarti. Poi dovremo affrontarli, il Bologna in casa e anche l’Atalanta”.
Su cosa ha puntato nella preparazione della partita? Ha pensato anche al Milan? “A me non piace tantissimo il turnover, a meno che non hai 24-26 giocatori di altissimo livello. Dico sempre che la partita più importante è la prossima, però non puoi non pensare al derby, che non vale solo tre punti. Ora devo smorzare questo entusiasmo. L’ho preparata secondo le idee di Tudor, su come potevano aver assimilato i giocatori il suo gioco. Se pensavamo al Verona era un errore. Volevo far giocare Smalling, non poteva però giocare due partite di fila e meglio usarlo quando non avremo Huijsen e Ndicka. Come Angelino e Spinazzola. Siamo andati in certe direzioni anche considerando che ne avremo un’altra di partita. Abbiamo messo in campo un undici fortissimo”.
Che effetto ha fatto tornare a festeggiare sotto la Sud? Dedica speciale? “Ci sono proprio andato dentro alla curva, mi hanno preso di peso, mi sono fatto un po’ trascinare cercando di essere fintamente sobrio, lo devo ai giocatori e ai tifosi. La dedica non lo so, tanti lo meriterebbero un pensiero. Papà mi ha insegnato la passione per il calcio, l’amore per la Roma, ora la passione per il mestiere assurdo ma bellissimo come l’allenatore, quindi penso a papà. Il mio tragitto è seguire quello che piaceva a lui, come tutti i figli, quindi penso a lui. Poi la settimana è stata tosta, perché Fabrizio Iacorossi ha avuto un brutto incidente, si sta riprendendo, abbiamo passato tanti momenti insieme. Ho pensato anche a lui e a sua moglie Noemi”.
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