Igor Tudor è pronto a cambiare musica, scegliendo e valutando i giocatori con criteri precisi: Luis Alberto e non solo, tantissimi rischiano il taglio
Il derby perso contro la Roma ha messo la pietra tombale sulla stagione della Lazio, insieme alla sconfitta di martedì contro la Juventus che ha allontanato enormemente la finale di Coppa Italia. Nelle ultime sette partite i biancocelesti dovranno provare a entrare almeno in Europa League, ma anche questo obiettivo è tutt’altro che semplice. Servirebbe una combinazione particolare tra campionato e Coppa Italia, oppure una rimonta sull’Atalanta che però ha due partite in meno e 4 punti in più.
Quello che non è andato giù ai tifosi e a qualche giocatore in campo è anche e soprattutto la modalità della sconfitta. Un solo tiro in porta lungo tutto l’arco della partita, con una conclusione assolutamente velleitaria dal limite. E poi una serie incredibile di errori in tutti i reparti, una squadra sfilacciata, giocatori stanchi mentalmente, qualcuno forse con la testa altrove. “Non sono d’accordo”, ha detto poi Tudor in conferenza a proposito della mancanza di concentrazione sul presente. Nel postpartita, però, l’allenatore croato – che aveva difeso la prestazione dei suoi a Torino – ha fatto anche capire che qualcosa di grosso succederà in estate. E delle scelte verranno fatte, alcune già delineate. Perché sono cambiati i criteri, non più quelli sarriani di giro palla, con certe caratteristiche tecniche e tattiche. Ma quelli ‘tudoriani’ di corsa, intensità, gol e ‘cattiveria’.
E Igor vuole qualità ben precise, a partire dalla mentalità di affrontare al massimo ogni allenamento, senza alti e bassi dati dall’entusiasmo di una vittoria o lo sconforto per una sconfitta. “L’entusiasmo è sempre a 100 tutti i giorni, come deve essere la concentrazione e tutto il resto. Non c’entra niente la vittoria, dobbiamo lavorare su questa mentalità, scegliere gente che ce l’abbia”, il primo messaggio. L’altro sulla Lazio troppo morbida e la necessità di avere un grande carattere: “È una caratteristica importante, testa e cuore contano ancora di più di velocità e tecnica”. Il mister vuole giocatori con “coraggiosi, sono aspetti importanti a cui pensare nella scelta dei giocatori”, dice Tudor aggiungendo che sta valutando.
La Lazio di Tudor nasce dalle ceneri del derby: da Luis Alberto a Immobile
E qualche indicazione l’ha già data, perché Luis Alberto tra i big è parso il più sacrificato, anche se in campo in questi mesi è sembrato uno dei leader, anche a livello di corsa. Ma con il croato, ad ora il feeling pare proprio lontanissimo. Con la Lazio sotto, all’intervallo sono entrati Pedro e Castellanos. Per questo lo spagnolo potrebbe essere uno dei giocatori più pesanti a fare le valigie, anche se Lotito non ci rinuncerà senza incassare una cifra congrua. L’altro giocatore a essere in bilico è ovviamente Ciro Immobile, apparso sempre più scarico fisicamente e non solo. L’impressione è che le strade possano dividersi davvero a fine anno.
Poi Romagnoli, che bene non sta facendo (entrambi sono usciti all’intervallo, ufficialmente per problemi fisici) e non ha più neanche un rapporto così idilliaco con la società. Non andrà via per forza, ma non è neanche totalmente da escludere. Da valutare Lazzari, mai a disposizione di Tudor, Pellegrini, Marusic e Hysaj sulla carta tutti in bilico. Il montenegrino è quello che può rischiare meno. A centrocampo Kamada non sta dimostrando di essere forte e coraggioso, anzi. Difficile rivederlo in maglia biancoceleste, anche se al tecnico è un giocatore che piace. Ma la realtà del campo dice altro. Isaksen e Zaccagni sono altri due che saranno sotto osservazione: il primo è uscito dopo 45 minuti perché – dice Tudor – “sentiva troppo la partita”. Curioso per un ragazzino venuto pochi mesi fa dalla Danimarca che non conosce neanche la lingua. Tradotto: non ha retto la pressione.
E nella Lazio di Igor non c’è spazio per giocatori così. Zaccagni sarà ceduto con una buona offerta mentre Felipe Anderson piace al mister, ma il rinnovo ormai è una chimera per cui andrà via a zero. Praticamente mezza squadra (e oltre) sotto esame e con il concreto rischio di taglio. Per una Lazio che dovrà essere a immagine e somiglianza del suo allenatore, dura e ruvida.