L’Inter passa a Udine all’ultimo respiro e alimenta il sogno di vincere lo scudetto la sera del derby, anche grazie a un rigore che ha lasciato qualche dubbio
L’Inter centra altri tre punti d’oro nel cammino trionfale che la sta portando allo scudetto. Il titolo è ormai questione di tempo, da un po’ di tempo non è più ‘se’ ma ‘quando’. E la data segnata in rosso è quella del 22 aprile, lunedì, giorno del derby col Milan e della 33esima giornata di campionato. Se i nerazzurri vinceranno anche domenica sera a San Siro col Cagliari, poi con una vittoria nella stracittadina la conquista del titolo sarà anche matematico, perché i punti di vantaggio diventerebbero 17 a 5 giornate dal termine.
Per questo il successo di ieri con l’Udinese è fondamentale, firmato tra l’altro Davide Frattesi che è un habitué dei gol nel finale visto che ne ha già segnati tre dopo il novantesimo di cui due decisivi con Verona e appunto Udinese. Oltre a quello nel derby col Milan, che ha fissato il risultato sul 5-1. E quello del 3-0 in Supercoppa con la Lazio, arrivato però all’87’. I nerazzurri hanno festeggiato in modo sfrenato, è stato un qualcosa di molto simile a un gol scudetto. La stessa sensazione l’ha avuta Sandro Sabatini: “A Udine la festa scudetto dell’Inter è stata come quella del Napoli lo scorso anno. L’Inter ha giocato con straordinaria foga agonistica. Nessuno ha un dodicesimo giocatore come Frattesi, in Europa e nel mondo”.
Anche se di polemiche arbitrali ce ne sono state ancora, per il rigore concesso nel secondo tempo per l’uscita di Okoye su Thuram. Differenti interpretazioni di episodi simili, ad esempio Maignan-Lovato, Sommer a Firenze e Zalewski a Lecce. Una decisione, quella di assegnare il penalty, da parte dell’arbitro Piccinini, che non ha convinto per niente Sabatini: “L’Inter ha meritato di vincere, ma se danno questi rigori i portieri non escono più“, tuona ai microfoni di ‘Radio Radio’. E poi lo stesso opinionista torna sul derby: “La festa attesa per il 22 aprile? Sarebbe un’eccezione nella storia delle ‘feste attese’, vedete Napoli-Salernitana dello scorso anno”.
Chiosa anche sul mercato e sui nomi che circolano in entrata per i nerazzurri, decisamente costosi, come Bento e Buongiorno valutato circa 40 milioni. “Se continua a prendere svincolati come Taremi e Zielinski è un conto, ma se vuole spendere i soldi deve fare il solito mercato con un centinaio di milioni di entrate, quindi deve vendere giocatori – dice Sabatini -. Altrimenti l’Inter non è in una situazione piacevole, ma prima di vendere le illusioni di Bento e Buongiorno – che Cairo sta cercando di cedere in tutti i modi prima all’Atalanta poi al Milan e ora all’Inter, perché non gli pare vero -, prima di parlare di certi giocatori, ne deve vendere uno forte. E lo dicono i conti”.
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