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Decreto Crescita, cambia (quasi) tutto: novità per la Serie A

Società di Serie A al lavoro per provare ad esplorare eventuali margini di manovra ancora presenti all’interno del Decreto Crescita   

Torna sotto i riflettori il Decreto Crescita, nato nel 2019 a margine del governo Conte 1, ed ideato con lo scopo di incentivare il ritorno di cervelli italiani. Una norma che però nel corso degli anni ha favorito assist importanti anche in ambito sportivo ai club di Serie A in relazione agli atleti professionisti impatriati.

La Serie A studia le crepe del Decreto Crescita: dai rinnovi ai nuovi acquisti
Beppe Marotta (LaPresse) – Calciomercato.it

Il Decreto ha infatti aiutato i grandi club italiani ad ingaggiare alcuni top player, oppure favorendone la permanenza attraverso i rinnovi di contratto. Tuttavia lo stesso Decreto è stato limitato successivamente dal governo Meloni, lo scorso dicembre, relativamente ai soli talenti in senso stretto, ovvero con “requisiti di elevata qualificazione o specializzazione”.

Come evidenziato da ‘La Repubblica’, che fa una attenta analisi su tutta la vicenda, una nuova versione del Decreto Crescita è oggetto di lavoro, incontri e interpretazioni da parte dei consulenti dei club e degli esperti della stessa Lega Serie A. Si cerca quindi la presenza di eventuali margini di manovra col nuovo regolamento.

La Serie A studia le crepe del Decreto Crescita: dai rinnovi ai nuovi acquisti

Quanto meno i tesserati arrivati in Italia prima del 31 dicembre 2023 manterrebbero i vantaggi fiscali accumulati per i 5 anni successivi più altri 3 anni seguenti in caso di prolungamento della permanenza su territorio italiano. Una situazione che quindi favorisce almeno il campo dei rinnovi di contratto.

La Serie A studia le crepe del Decreto Crescita: dai rinnovi ai nuovi acquisti
FIGC © LaPresse – Calciomercato.it

Più articolata e difficile la situazione per chi arriva dal 2024. Secondo alcuni consulenti ora sarebbe necessaria almeno una laurea triennale, senza dimenticare anche il complicatissimo limite del reddito pari a 600 mila euro, quota da non superiore per poter usufruire del decreto. L’ultimo nodo da sciogliere, come ribadito dalla stessa fonte, è di natura immobiliare. Ci sarebbero incentivi fiscali per chi ha acquistato casa in Italia prima del 31 dicembre 2023 e si sia poi trasferito nel 2024. Alla luce di tale situazione così articolata vige quindi incertezza sulla possibilità di risparmiare effettivamente qualcosa dal punto di vista delle agevolazioni.

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