Il tifoso giallorosso citato pure da Daniele De Rossi in conferenza stampa ha raccontato come sono andate le cose
Ha fatto il giro del mondo in pochissime ore la telefonata dello scorso lunedì di Edoardo, tifoso della Roma, sulle frequenze di ‘Tele radio stereo’. Una storia commovente, quella raccontata in lacrime dal supporter giallorosso sulla sua malattia e sulla possibilità di ricorrere al suicidio assistito, che ha colpito lo stesso Daniele De Rossi che nella conferenza stampa di ieri ne ha parlato ai giornalisti.
Dopo una prima correzione arrivata questa mattina dalla stessa emittente che – dopo aver sentito privatamente Edoardo – ha spiegato come l’eutanasia non fosse “per il momento un’opzione”, è arrivata una smentita da parte di ‘Adnkronos’ sull’intera vicenda. Per cercare di fare chiarezza e spiegare la bontà delle sue dichiarazioni, lo stesso tifoso ha poi deciso di raccontare alla nota agenzia di stampa il suo stato di sofferenza e come stanno realmente le cose per evitare altri fraintendimenti.
Edoardo, innanzitutto, ha precisato di essere affetto da una malattia cronica e non terminale: “Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l’ho fatto è che ho definito ‘terminale’ la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado…”.
Edoardo ha poi raccontato di aver chiamato in radio per trovare un po’ di leggerezza ed allontanare per qualche minuto i tormenti della malattia.
Questa la versione del tifoso della Roma: “Il fine vita? È un pensiero per me estremamente rilassante, per questo l’ho citato. Io tengo duro per i miei affetti, per mia moglie, ma con questa malattia cronica che mi distrugge la vita quotidiana, con il medico che mi ha sempre assistito e operato e mi ha detto che non c’è nulla da fare… ecco, viene da pensarci. La riservatezza è una dote essenziale. Quello che ho lo sanno i miei genitori, due dei miei amici più cari e mia moglie, che perfino l’anno scorso, quando ci siamo sposati, mi ha curato amorevolmente al bagno all’oscuro degli invitati, naturalmente ignari di tutto. Quella telefonata alla radio, che mai avrei pensato avrebbe suscitato tanto scalpore, l’ho fatta perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi. Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta. Per questo tanti amici che hanno sentito il mio intervento in diretta alla radio mi hanno preso per pazzo, riconoscendo la mia voce. Mi hanno chiamato in tanti, increduli di cosa nascondo”.
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