L’ex patron dell’Inter: “Barella l’uomo simbolo, ma questa seconda stella è davvero di tutti”
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ dopo lo Scudetto conquistato dall’Inter, Massimo Moratti è andato all’attacco pungendo coloro i quali – juventini e non – sostengono che i campionati vinti dall’Inter non siano venti ma diciannove, non considerando quello conquistato a tavolino nell’estate di Calciopoli.
“Senza tutto quello che sappiamo – ha detto l’ex patron dell’Inter – saremmo già a quota venticinque…“. Per Moratti, l’uomo simbolo del Tricolore nerazzurro è Nicolò Barella: “(…) Forse anche perché è il primo che viene in mente, essendo ovunque in campo. Ma è davvero di tutti, di Dimarco che è l’interismo fatto persona, di Calhanoglu e Mkhitaryan che hanno fatto una stagione stupenda, di Lautaro che è una forza della natura”.
Nel 1966 arrivò la prima stella, il presidente della Grande Inter era suo papà Angelo: “Giunse in un momento di grandi vittorie, in quei giorni avevamo vinto da pochi mesi l’Intercontinentale e perso la semifinale di Coppa Campioni contro il Real Madrid. Alzare trofei era abbastanza un’abitudine, anche se resta un’emozione meravigliosa”.
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