Nel primo tempo di Lazio-Verona punteggio ancora a reti bianche, ma i cambiamenti e le caratteristiche della squadra di Tudor sono evidenti
È trascorso il primo tempo tra Lazio e Verona e i segnali positivi dei biancocelesti con Igor Tudor in panchina sono tutti confermati. O quasi, visto che il risultato è ancora bloccato sullo 0-0. Ma lo svolgimento della partita lascia vedere più di qualcosa, parecchi movimenti e principi che per un motivo o l’altro fino ad ora erano stati solo accennati.
Una Lazio così dominante dal punto di vista del pallino del gioco raramente si è era vista in questa stagione, dando l’impressione di poterlo segnare effettivamente il gol del vantaggio. E fino a qualche settimana fa era una sensazione che in campo non c’era. Invece i biancocelesti stanno macinando gioco, con una certa costanza e soprattutto con parecchi giocatori. La voglia e la determinazione nel riaggredire l’avversario, ma soprattutto di attaccare lo spazio, sono elementi che stavano sparendo soprattutto nell’ultimo periodo con Sarri. In cui gli ultimi 30 metri di campo la Lazio era spesso e volentieri lontanissima anche dall’avere più di due uomini. La squadra di Tudor ha tanti giocatori offensivi, si scambiano in continuazione, si buttano nello spazio dopo aver scaricato il pallone. Certo, concedono anche qualcosa in contropiede ma l’Hellas per ora non fa male. Si gioca molto centralmente, cercando le corsie senza troppa frequenza. Strano.
Tra i calciatori più trasformati Kamada e Marusic. Il primo è coinvoltissimo nel gioco, anche se gli servirebbe un altro compagno diverso da Guendouzi, che spesso lascia troppo campo alle spalle. Un Rovella insomma. Però tantissime delle azioni passano dai suoi piedi, quasi tutte, e da qualli di Luis Alberto che svaria parecchio. L’ex Eintracht è davvero un altro, sintomo che più evidente non si può di un rapporto non buono con Sarri. E poi Marusic, che prima era costantemente bloccato, terzino senza licenza di offendere. Ora invece si sgancia spessissimo, gioca parecchi metri più avanti e tante volte si sovrappone per inserirsi centralmente. In generale i giocatori offensivi si muovono molto anche senza palla senza dare punti di riferimento, con l’obiettivo di liberare spazi per le scorribande dei compagni. Questa è la Lazio di Igor Tudor, almeno adesso. Anche se manca la cosa più importante: il gol. Ma il mister è soddisfatto.
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