Il calcio italiano continua a vivere cambiamenti e scosse di assestamento: pronto un organismo di controllo esterno
Sono giorni di tumulti nel calcio italiano, come spesso accade negli ultimi mesi. Ieri negli uffici del ministro dello Sport Andrea Abodi è andato in scena un vertice che ha visto coinvolte tutte le principali istituzioni calcistiche e non solo, da Gravina a Casini, da Pacifici a Balata e Marani. Un confronto su quella che è stata l’idea lanciata dal ministro su un’agenzia governativa che controlli i conti delle squadre. Un organismo del governo che si sostituisca in qualche modo alla Covisoc. Una norma che così pensata non ha trovato in favore in primis della Lega Serie A, contraria a questo tipo di soluzione e così alla Lega B di Mauro Balata.
Si è parlato anche della possibilità che si tratti di una authority terza, indipendente, ma per cui sorgerebbe in ogni caso il problema della governance e da chi questa agenzia sarebbe finanziata. Per questo ieri si è aperto ufficialmente il dialogo sul tema, con toni definiti distesi e collaborativi, anche se la strada è ancora lunga e le singole istituzioni dovranno parlarne prima internamente per far pervenire le proprie osservazioni, perplessità e proposte. Il presidente Figc Gravina ha ad esempio sottolineato il lavoro della Covisoc in questi 20 anni, rilanciando la possibilità di criteri ancora più rigidi nei controlli. Ai microfoni di TvPlay è intervenuto Sergio Barile, Professore di Management all’Università La Sapienza di Roma ed ex membro della Covisoc: “La Covisoc, che è un organismo interno della FIGC, ha come scopo quello di fare alcune analisi dei conti delle società. Ha una sua autonomia, ma il dibattito sta proprio qui perché la volontà è quella di rendere quest’organismo ancora più autonomo per aumentare i compiti di controllo”.
Sergio Barile ha poi espresso il suo parere informato ed esperto su cosa servirebbe effettivamente al nostro calcio: “La Covisoc non è concepita per essere un organismo di effettivo controllo. Ha una funzione che io definisco istruttoria, quindi ha la necessità di qualificare in maniera corretta quelle che sono determinate evidenze, non ricondotte però ad una logica di tipo giuridicamente-estensivo. La necessità è che si crei un organismo di controllo esterno, questo è il punto”.
Il discorso è chiaro. Altro argomento di grande rilevanza è quello relativo alle plusvalenze: “Il tentativo di affrontarlo c’è sempre stato, sia nella Covisoc che in FIGC. Le modalità del meccanismo valutativo sono troppe. Nei meccanismi di valutazione del bilancio si ricorre sempre a tecniche oggettive, mentre in questo discorso le modalità spesso sono soggettive. Interessi in FIGC? Esistono dappertutto, quindi forse anche lì”.
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