Simone Inzaghi per niente soddisfatto per l’approccio dell’Inter, in particolare per il (non) gioco sugli esterni
L’Inter arriva a Frosinone già scudettata e soprattutto con parecchi cambi nella formazione titolare e la possibilità concessa alle cosiddette seconde linee. Come Asllani e Carlos Augusto, come Arnautovic e Bisseck più Frattesi che pure è una sorta di titolare aggiunto. E l’inizio della partita mette in mostra le grandi differena di motivazioni tra le due squadre, visto che il Frosinone si gioca la ‘vita’ e la salvezza, obbligato a vincere.
Per almeno dieci minuti infatti i ciociari chiudono l’Inter nella sua metà campo, andando anche non lontani dal gol. In fase di aggressione sul possessore di palla, sulle seconde palle, la marcia è diversa. E anche quando riparte o prova a fare gioco, i nerazzurri non sono fluidi. Non a caso Simone Inzaghi mostra la sua insoddisfazione ai calciatori, non è particolarmente irrequieto ma sottolinea quando l’Inter soffre. E quando sbaglia, con più di un gesto di malcontento. Chiede soprattutto lavoro sulle fasce e che si inneschino gli esterni, che siano Dimarco o Arnautovic da una parte, con Thuram a supporto, o Darmian dall’altra parte. Inzaghi vedeva l’Inter troppo stretta, compassata.
È lenta nel far girare il pallone, Tante volte ha fatto segno di allargare il gioco, di lanciare gli esterni. Quasi mai ascoltato. E poi qualcosa che mancava a centrocampo da Asllani e mezzali, ritmo e intraprendenza. Proprio dalla sinistra, però, è arrivato il gol del vantaggio con una triangolazione mortifera: recupero alto di Barella col tacco, Dimarco per Thuram che va alle spalle di Okoli e assist per l’inserimento centrale di Frattesi. Ecco perché sono campioni d’Italia. E Inzaghi ora applaude, è sicuramente più sollevato. Al contrario ovviamente di Eusebio Di Francesco, mani sui fianchi anche un po’ sconsolato perché la partita era stata ben interpretata. Poi dopo il gol si è sgonfiato troppo. EDF poi sbotta su un paio di errori grossolani di Reinier in area.
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