Il Mondiale per club, a cui dall’Italia parteciperanno l’Inter e la Juventus, rimarrà come pensato dalla Fifa, che tanto si dice perseguitata
A giugno del prossimo anno la Fifa inaugurerà la prima edizione del Mondiale per club, a cui, per l’Italia, parteciperanno l’Inter e la Juventus, con altre 30 squadre proveniente dall’Europa certamente, ma anche dagli altri continenti.
Malgrado, infatti, le critiche avanzate dalla Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, e la Wla, l’associazione delle leghe mondiali, sul numero di partite che i giocatori dovranno disputare, formalizzate in una lettera in cui si chiedeva di riprogrammare l’avvio della competizione, la federazione presieduta da Gianni Infantino ha risposto per le rime, chiarendo fin da subito che a giugno e luglio le 32 squadre che si sono qualificate sicuramente voleranno negli Stati Uniti per partecipare al torneo.
In un’ulteriore lettera, scritta dal segretario generale, Mathias Grafstrom, che in molti giornali hanno potuto visionare, la Fifa ha infatti messo i puntini sulle i rispetto alle richieste dell’associazione e del sindacato, spiegando innanzitutto che la decisione di intraprendere il Mondiale per club è stata presa in concerto nel 2021 e 2022 anche con loro, valutando quindi rischi (quelli degli infortuni) e benefici, che invece, in termini monetari, verranno reinvestiti con le 211 federazioni e utilizzati per il calcio globale.
“La Fifa – si legge nella lettera – non impone il calendario internazionale alla comunità calcistica, ma ha il dovere e la responsabilità di disegnare e implementare un calendario che sia nel migliore interesse del calcio mondiale, delle confederazioni, delle squadre nazionali, dei club, dei giocatori. E naturalmente dei tifosi”.
La federazione che amministra il calcio mondiale è andata dura soprattutto con la Wls, accusata di un velato conflitto d’interesse per non essersi mai opposta, invece, ai tour internazionali che ogni anno tengono impegnate le squadre nel periodo estivo, motivo per il quale la Fifa si sente perseguitata.
Nonostante questo, però, secondo quanto riferito da Repubblica, uno spiraglio per il dialogo è rimasto aperto, e sarà il 17 maggio a Bangkok, in Thailandia.
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