La vittoria del 18esimo scudetto con il Milan ha segnato il culmine per la carriera di Strasser. Oggi è a capo della sua Fondazione e si occupa di volontariato.
Dopo il ‘triplete‘ dell’Inter, torna l’entusiasmo in casa Milan e in quella stagione, 2010/2011, i rossoneri dominano il campionato dall’undicesima giornata di Serie A. Sulla panchina c’è Massimiliano Allegri che, inaspettatamente, decide di puntare anche su un giovane della Sierra Leone: Rodney Strasser. Ed è proprio lui, in una giornata particolare a Cagliari, a segnare il gol che consegna il titolo di Campione d’inverno al Milan, dopo esser subentrato al posto del suo idolo Gattuso.
Da lì il viaggio del ‘diavolo’ verso il 18esimo tricolore è tutto in discesa. L’anno successivo arriva la crisi: così come il suo Milan, anche Strasser vive un momento complicato. Prima l’infortunio e poi i diversi cambi di maglia. Ci prova in Serie B e in Lega Pro, vola all’estero ma la situazione non cambia. Nel 2018 scende in Serie D e si allena con il Villafranca Veronese. Riparte, questa volta verso l’estremo nord: la Finlandia. L’Italia è la sua seconda casa, quella che lo ha fatto diventare grande tra i giganti, e pur di tornare accetta anche il campionato di Eccellenza. Strasser è l’esempio di chi è riuscito a toccare con mano la storia, di chi ha fatto parte di essa e di chi arriva da un paese lontano per cercare la ‘fortuna’ con una sola pretesa: giocare a calcio. Ad oggi in molti si chiedono “ma che fine ha fatto l’ex centrocampista rossonero?”
“Fondazione Rodney Strasser” e l’importante donazione all’ospedale PCMH di Freetown
L’Italia sì è stata la sua casa, ma Strasser non ha mai dimenticato le sue origini. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo e aver salutato il calcio giocato, l’ex centrocampista si sta dando da fare con la “Fondazione Rodney Strasser”, impegnata attivamente per sostenere ed aiutare i bambini della Sierra Leone.
L’obiettivo è quello di costruire loro nuovi ospedali, scuole e campi da calcio. Strasser ha deciso di intervenire in un mondo dove essere bambini è difficile e dove si rischia di morire per l’assenza di elettricità. L’ex rossonero, infatti, ha da poco donato un nuovissimo generatore da 100 KVA all’ospedale PCMH di Freetown insieme a 325 litri di gasolio, dopo aver appreso dei continui e frequenti black out. “Sono anche io nato qui al PCMH, quindi voglio aiutare quando ce n’è bisogno“.