Thiago Motta, dagli esordi al Barcellona allo storico Triplete con l’Inter, fino al traguardo Champions con il Bologna: ora la Juventus lo aspetta
La storia di Thiago Motta sembra quella di un predestinato nel calcio, non tanto per le aspettative che c’erano intorno a lui, ma per i traguardi che è stato in grado di raggiungere nel corso della sua carriera da giocatore e da allenatore. Nato in Brasile, ma da genitori italiani, il piccolo Thiago acquisì la cittadinanza italiana solamente a 17 anni, per volontà della madre.
Suo nonno era un bracciante che si trasferì da Rovigo al Sud America, ma la scelta di rappresentare l’Italia gli cambierà la vita. Sin da piccolissimo questo dualismo italo-brasiliano lo accompagnerà, tanto da portarlo al debutto con la Juventus SP, squadra del quartiere Mooca di San Paolo, fondato da emigrati italiani. Furono gli anni in cui pose le prime basi per il giocatore che diventerà e dove riuscirà a mettere in mostra le sue doti, che gli permetteranno di approdare al Barcellona nel 1999.
Fino ai 20 anni giocò con la squadra B, per poi riuscire a raggiungere il club principale. Lì avvenne la prima svolta della sua carriera, con la decisione di spostarlo a centrocampo in un Clasico dove arrivò a marcare un certo Zinedine Zidane. Fino al 2004 divenne un pilastro della squadra blaugrana, imponendosi come uno dei migliori nel suo ruolo.
Nella stagione 2004-2005, però, Thiago Motta si ruppe i legamenti del ginocchio destro e dopo un lungo stop perse il suo posto da titolare. Provò a ritrovarlo all’Atletico Madrid, nel 2007-2008 in prestito, ma la sfortuna si accanì contro di lui. La rottura del menisco gli impedì di giocare gran parte dell’annata e i Colchoneros decisero di non riscattarlo.
Si ritrovò, dunque, svincolato fino al settembre del 2008 quando fu il Genoa a chiamarlo. L’occasione era quella giusta, dato che i rossoblu non avevano le stesse pressioni che visse fino a quel momento in Spagna. Ad ottobre segnò la sua prima rete, mentre ad aprile la prima doppietta della sua carriera italiana, contro la Juventus. Con Milito come punta, il Genoa volò in quella stagione, tanto da ottenere l’accesso in Europa League.
Nell’estate del 2009 Thiago Motta si era ormai definitivamente ripreso e le sue prestazioni della stagione appena conclusa convinsero l’Inter di Massimo Moratti a comprarlo. Sarà quella la sua grande fortuna, dato che in maglia nerazzurra vincerà tutto. Con José Mourinho allenatore, Motta scrisse la storia insieme ai suoi compagni vincendo il Triplete (campionato, Champions e Coppa Italia), entrando per sempre nella leggenda del club nerazzurro. Alla fine della sua esperienza interista chiuderà con 6 titoli, 12 gol e 83 presenze. Un vincente, in grado di riuscire a rialzarsi quando tutto sembrava perduto.
Grandi successi arrivarono anche nella sua ultima esperienza in carriera, quella al Paris Saint Germain che in quegli anni iniziava a diventare una super potenza. Arrivò a Parigi nel 2012 e ci restò fino al 2018, anno del suo ritiro. Con i francesi ha collezionato ben 231 presenze con 12 gol e ben 19 titoli portati a casa.
Anche con l’Italia non sono mancate alcune soddisfazioni. La sua convocazione in Nazionale fu veramente tardiva, dato che debuttò ufficialmente solo nel febbraio del 2011, a ben 28 anni, per scelta di Cesare Prandelli. Fu lui a credere nel centrocampista e a confermarlo nella rosa per l’Europeo del 2012. Sarà poi quello l’apice della sua avventura azzurra con la finale raggiunta e poi persa contro la Spagna. Venne confermato nel Mondiale del 2014 senza brillare e poi riconvocato solo 2 anni dopo da Antonio Conte per l’Europeo del 2016. Quella fu poi l’ultima avventura con la maglia azzurra, fino al suo addio dalla Nazionale.
Dopo un solo mese dal suo ritiro, Thiago Motta divenne subito allenatore dell’Under 19 del Paris Saint Germain dove restò per un anno, conquistando un secondo posto e gli ottavi di finale della Youth League. Proprio come da giocatore, anche in panchina fu il Genoa a credere in lui nel 2019 ad appena 37 anni. Con i rossoblu, però, l’esperienza non fu così felice come quando era lui in campo. Dopo appena 10 partite con solo 2 vittorie e un ultimo posto in classifica, a dicembre dello stesso anno venne esonerato.
Da quel momento la svolta: Thiago Motta nel 2020 ottenne l’abilitazione come allenatore professionista di Prima categoria UEFA Pro con una valutazione di 108 su 110, segno che aveva studiato tanto per quel ruolo e la chiamata infatti arrivò nel 2021 da parte dello Spezia. I liguri avevano l’obiettivo di salvarsi ed erano una palestra giusta per l’ex centrocampista.
Traguardo che venne raggiunto con un mezzo miracolo per la rosa a disposizione e con una giornata d’anticipo. Una media di quasi 1 punto a partita per le 40 gare disputate e la sensazione che qualcosa fosse veramente cambiato, proprio come quando arrivò quello switch nella sua carriera da giocatore.
Dopo una sola stagione, arrivò la chiamata del Bologna. Thiago Motta aveva lasciato lo Spezia ed era libero e i rossoblu tentarono una mossa disperata dopo un brutto inizio con Sinisa Mihajlovic. La squadra era dodicesima con appena 6 punti in 6 gare, ma da quel momento arrivò il cambiamento di rotta tanto desiderato: 13 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte che lanciarono il Bologna al nono posto con 54 punti (record all’epoca).
La conferma era ormai certa e dava spazio a questa stagione, quella della definitiva consacrazione. Un percorso lungo, non privo di ostacoli, ma che ha permesso al Bologna di vivere un’annata magica. I rossoblu hanno ottenuto lo storico accesso alla Champions League e chiuderanno il campionato tra il terzo ed il quinto posto. Il gioco espresso da Motta è stato in assoluto il migliore del campionato e ha permesso ad una piazza intera di sognare.
La sua avventura in Emilia si è conclusa oggi, con il comunicato ufficiale del Bologna. La Juventus lo aspetta e con i bianconeri è intenzionato a vincere. Quella Juve che fu la sua prima squadra in Brasile (almeno nel nome), quella stessa Juventus che è stata la prima squadra a cui ha segnato una doppietta e che ora potrebbe diventare come la sua nuova Inter, quel club che lo porterà nell’olimpo definitivo anche degli allenatori.
Nico Paz da tempo oggetto del desiderio dei nerazzurri, ma potrebbe essere un'altra la destinazione…
Il tecnico nerazzurro commenta la vittoria contro il Como grazie alle reti di Carlos Augusto…
La squadra di Inzaghi tiene il passo di Atalanta e Napoli battendo il Como: gol…
Voti, top e flop di Inter-Como, match di San Siro valido per la 17° giornata…
Il capitano nerazurro nel mirino dopo un primo tempo opaco: i tifosi lo accusano e…
L'Inter affronta il Como nel posticipo di campionato a San Siro: l'allenatore nerazzurro in emergenza…