Il calcio italiano sta continuando a vivere grandi cambiamenti e le prossime mosse potranno mutare radicalmente anche il mercato
Il mondo del calcio italiano fa i conti con… i conti. O meglio, sul controllo dei bilanci tra modalità, tempi e relativi provvedimenti. Tutte cose che diventeranno praticamente esterne, per volere del ministro dello Sport e quindi della ‘riforma Abodi‘ che sarà approvata oggi in Consiglio dei ministri. Ma che proprio non piace a Coni e Figc (e Lega Serie A) che hanno visto non considerate le loro osservazioni e proposte in merito. Ovvero quelle di rinforzare gli organismi interni di controllo già esistenti, Covisoc e Comtec, per calcio e basket.
Sarà invece non una authority o una agenzia governativa, ma una commissione indipendente le cui nomine però arriveranno direttamente dal ministero in collaborazione col Mef. Ci sarà a tal proposito un presidente e sei componenti: due di questi saranno il direttore dell’Agenzia delle Entrate e il presidente dell’Inps (o due delegati), il presidente Figc e quello della Fip più altri due scelti dal ministero su cinque nomi proposti dalle stelle federazioni. Per cui, l’autonomia dello sport – che Abodi ha sottolineato di voler preservare – potrebbe non essere così effettiva. Tra le volontà di questa commissione c’è anche quella di avere trasparenza su chi c’è effettivamente dietro o a capo dei club, quindi in relazione ai fondi di investimento che fanno ormai parte del calcio. Come riporta ‘La Repubblica’, però, il governo in questo modo ‘mette le mani sulle scelte delle società stesse’.
La commissione, infatti, verificherà la correttezza e congruità dei bilanci ma lo farà con un controllo annuale entro il 30 aprile di ogni stagione (quindi non più trimestrale come avviene ora in Serie A con Covisoc) decidendo poi in merito al rilascio della licenza per iscriversi al campionato successivo. Non solo, perché la stessa commissione dovrà indicare “le misure correttive e riparatrici” che i club dovranno adottare e anche le rettifiche da apportare per “neutralizzare gli eventuali effetti economici, finanziari e patrimoniali di specifiche operazioni di natura ordinaria o straordinaria”. Sostanzialmente, ha una sorta di diritto di veto su operazioni di varia natura. Finanziarie, ovviamente.
Ma questo comprende di conseguenza anche il calciomercato e il fatto che, sostanzialmente, la commissione potrà bloccare e annullare determinati acquisti se ritenuti “non conformi”. Ad esempio, chissà se un ipotetico arrivo di Cristiano Ronaldo adesso sarebbe avallato. E chissà come questo poi potrà eventualmente condizionare le prossime mosse di club come l’Inter che si trova in questa situazione molto particolare. Si tratta di un elemento fondamentale, perché va a inficiare direttamente anche sulle operazioni di mercato in entrata, ma anche magari in uscita, riconducendo l’argomento alle plusvalenze. Un ‘fantasma’ decisamente ingombrante con cui fare i conti per tutti. Controllo sì, ma con queste modalità si parla sicuramente di una presenza scomoda e del tutto decisiva e vincolante per qualsiasi ambito dei club. I costi della commissione? Saranno di 3,5 milioni all’anno (1 in più della prima versione) di cui circa 2 a carico delle federazioni e il resto a carico dei club in percentuale in base al fatturato.
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