È arrivata la nota ufficiale con cui si sospende l’applicazione del regolamento della Fifa perché “viola la libera concorrenza”
Ennesimo scontro con la Fifa, che stavolta deve incassare una vera e propria sconfitta. Il calcio italiano in questi giorni deve esaminare attentamente gli effetti che un’eventuale agenzia di nomina governativa potrebbe portare, se questa venisse reputata una ingerenza politica. Sono stati avviati i colloqui in questo senso mentre le parti in causa del nostro calcio ad ora difficilmente riusciranno ad arrivare a una quadra.
In Argentina invece si sta consumando il botta e risposta legale tra gli agenti e appunto la Fifa. Il Tribunale Federale Civile e Commerciale della Città di Buenos Aires ha infatti accolto la richiesta di un gruppo di procuratori e ha emesso un provvedimento cautelare che ordina alla FIFA e all’AFA (la federcalcio argentina) di astenersi dall’applicare diversi articoli del Regolamento sugli agenti di calcio, sanciti dalla suddetta organizzazione internazionale ed entrati in vigore nel 2023.
Tra questi procuratori anche Pablo Sabbag, Daniel Bolotnicoff (presidente della Cámara Sudamericana de agentes Deportivos), Marcelo Carracedo, Carlos Alberto Granero, Marcelo Simonian, Gustavo Lescovich, Claudio Curti (segretario generale), Iván Horacio Hernández e altri, assistiti dal patrocinio legale del Dott. Ezequiel Cassagne. Secondo loro il regolamento Fifa “attacca ingiustificatamente la continuità dell’esercizio della propria attività, essendo strumento di pressione diretta a danno degli agenti e di pressione indiretta nei confronti dei calciatori, ed a vantaggio dei grandi club europei”.
Per gli agenti, la Fifa “attraverso un meccanismo di cartellizzazione che colpisce la legislazione argentina, in particolare la Costituzione nazionale, cerca di impedire e condizionare arbitrariamente l’attività degli agenti di calcio e, in questo modo, va a beneficio delle società calcistiche, che sono la parte più forte nel rapporto con i giocatori”. I provvedimenti contenuti nel regolamento Fifa vengono quindi sospesi in Argentina per quanto riguarda le limitazioni delle condizioni contrattuali. Ad esempio, sulla durata di soli 2 anni, il divieto di esclusiva nella rappresentanza, consentendo a chiunque di poter lasciare il proprio agente senza penalità e contrattare con altri senza rispettare quanto pattuito, ostacolando l’esercizio della professione. E ancora il divieto di rappresentanza di minorenni, se non negli ultimi sei mesi prima di poter firmare un contratto, oltre all’obbligo di pagare le commissioni agli agenti attraverso una stanza di compensazione della FIFA. E infine l’obbligo di pubblicare informazioni contrattuali costituite, in molti casi, da segreti commerciali e dati personali.
Secondo la sentenza emessa oggi dal Tribunale Federale Civile e Commerciale della Città di Buenos Aires il Regolamento in questione “violerebbe la libera concorrenza tra gli agenti nazionali” e ha ordinato, nei confronti degli agenti che hanno richiesto il provvedimento, la sospensione cautelare di tutti gli articoli impugnati dagli agenti. Allo stesso modo, la nuovissima sentenza indica che i Regolamenti non sarebbero legati alla pratica dello sport, ma piuttosto focalizzati sulla regolamentazione dell’attività degli agenti, senza che la FIFA abbia alcun tipo di delega o autorizzazione legislativa per farlo. In questo modo, la giustizia nazionale impedisce che un regolamento emanato da un ente privato internazionale, come la FIFA, violi le norme di ordine pubblico della Repubblica argentina.
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