L’Inter vince e programma nel solco della continuità, con Oaktree che nomina Marotta presidente. Nel Milan regna invece l’incertezza e i tifosi protestano
L’Inter e il Milan continuano a vivere situazioni diametralmente opposte. Il passaggio da Zhang a Oaktree, dopo la vittoria della seconda stella in faccia ai cugini rossoneri, sembrava potesse ridimensionare le prospettive del club nerazzurro, invece il fondo statunitense ha scelto la via della continuità aziendale e del progetto partito nel 2018 con Marotta. Al quale, per giunta, sono stati dati ancor più poteri, ovvero la presidenza. Una presidenza operativa, dato che manterrà la carica di CEO con delega alla parte sportiva.
Il Milan vive invece e ancora nell’incertezza più totale, con tutta o quasi la tifoseria contro perché al posto di Pioli non è stato scelto un allenatore con carisma. Un vincente, come Antonio Conte. Arriverà Fonseca, un buon tecnico che ha fatto bene al Lille ma che in Italia, alla Roma, ha lasciato diversi punti interrogativi. Le incertezze coinvolgono ovviamente anche la squadra.
Il Ct della Francia Deschamps ha detto che Theo Hernandez non ha più l’entusiasmo di un paio di stagioni fa. Il francese potrebbe partire, destinazione Bayern Monaco sognando il gran ritorno al Real Madrid. In bilico c’è anche il connazionale Maignan, senza dimenticare che servirà sostituire un certo Olivier Giroud. Mica poco, considerato che il club di via Aldo Rossi non è propenso a follie mercatare. Il primo nome è Zirkzee, ma l’agente vorrebbe una maxi commissione…
Il Milan attuale è come la magistratura italiana, piena di correnti interne. Correnti manifestatesi nella scelta del successore di Pioli. Zlatan Ibrahimovic, che da quando è tornato si è messo in mostra solo sui social con post che hanno solo innervosito i tifosi (non a caso è stato fischiato all’ultima a San Siro) avrebbe voluto Conte, in alternativa il suo ex compagno van Bommel. Moncada quel Lopetegui diventato subito #NoPetegui, poi Fonseca che alla fine ha avuto la meglio su tutti. In sostanza un ultra aziendalista dai costi relativamente bassi.
E Furlani? Forse nel mezzo, da rappresentante più del vecchio (ma sempre vivo, cioè il fondo Elliott) che del nuovo (Cardinale e quindi Red Bird). In sintesi, correnti interne e ‘lotta’ per primeggiare l’uno sull’altro, come confermato anche da ‘Telelombardia’. “Siamo tornati ai tempi di Barbara Berlusconi contro Adriano Galliani”, ha detto l’opinionista Leonardo Martinelli parlando appunto di lotta interna tra Furlani e Ibrahimovic.
Giovanni Capuano accusa infine di cattiva, anzi scarsa comunicazione da parte del Milan. E non comunicare, o farlo in modo errato genera confusione nonché un vuoto che non fa di certo il bene della società.
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